Catarella e gli altri 4

Prima di concentrarmi sui personaggi più singolari che popolano le mie classi dietro le sbarre, vorrei aprire una parentesi sul personale penitenziario. Al di là di 007, che come sapete non ama le borracce, potrei raccontare di tutta la gente gentile che mi rivolge saluti e sorrisi. Già, potrei ma non lo faccio. E sì che anche Gianpazienza spesso mi incoraggia: Almeno provaci, a far finta di essere una bella persona! Niente da fare, non ci riesco, ed è per questo che ora scriverò di qualcosa di infelice che mi ha colpito.

Sarà una banalità, ma non sempre il personale penitenziario ha un atteggiamento positivo nei confronti della scolarizzazione in carcere. Non parlo della direzione, con cui non ho a che fare, ma degli agenti addetti alla custodia dei detenuti. È come se alcuni di loro non capissero perché le persone recluse abbiano la possibilità, nonostante i reati commessi, di seguire corsi, fare attività, leggere i giornali che la scuola procura loro gratuitamente (esattamente come li procura agli studenti fuori dal carcere).

Una volta, per esempio, un agente ha chiesto a me e a una collega, come fanno molti quando ci vedono passare con i quotidiani, di poter prendere un giornale e nell’afferrarlo ha commentato con sommo disprezzo che quelli hanno pure i giornali gratis, mentre noi… Ecco, io uno che non coglie la differenza tra il poter e il non poter alzare il culo da lì per andare in edicola, che non capisce che lo scontare una pena non può significare costrizione anche morale e abbruttimento su tutti i piani, compreso quello culturale, ecco, io uno così non credo che dovrebbe lavorare in carcere.

E non credo neppure che i Catarella, fuori da una serie televisiva, facciano davvero ridere.

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Dietro le sbarre 2

Si parlava di posti non esattamente ambiti e di chi se li piglia esclamando: Fantastico! Quali sono state allora le piccole grandi scoperte da quando sono dentro?

Dunque.

L’istituto penitenziario dove insegno è sia casa circondariale (per persone in attesa di giudizio o condannate a pene inferiori ai tre o cinque anni) sia casa di reclusione (per l’espiazione delle pene) e ospita una sezione femminile e una maschile.

In classe, le donne e gli uomini, di età compresa tra i venti e gli oltre sessant’anni, non possono sedersi vicini né nella stessa fila: 007 infatti pretende che gli uomini stiano davanti e le donne dietro (ma non è che 007 sia sempre presente, per fortuna); inoltre ogni classe ospita due corsi di studi diversi e pure diverse annualità, quindi contemporaneamente bisogna portare avanti percorsi differenziati. Riassumendo: pluriclassi (in una il biennio, nell’altra il triennio) miste (uomini e donne ma da tenere separati): non so che cosa ne pensi James Bond, ma vi assicuro che non è semplice fare lezione così.

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Sono dentro 2

Era un venerdì quando mi hanno chiamata dalla segreteria della scuola a cui avevo dato la disponibilità per un incarico di insegnamento in carcere. Non ho potuto rispondere subito, alle prese com’ero con un angolo di dente da limare (mai giocare con un cane-torello se si tiene all’integrità degli incisivi!) e con un canino un poco consumato da rimettere in sesto (c’è chi consuma i calzini e chi i canini, eh).

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Giacomo d’India 2

L’Istruzione Adulti non è solo un gruppo di donne fantastiche, è anche una piccola minuscola classe, due sere alla settimana, in una scuola che si affaccia sul traffico della provinciale, da un lato, e sul rumore del fiume, dall’altro. In questa piccola minuscola classe c’è anche lui, ragazzo indiano quasi maggiorenne, da due anni in Italia. Appassionato di cricket e di Bollywood, dopo gli studi sogna di aprire un negozio di frutta e verdura.

Illustrazione tratta da “Non piangere, cipolla” di Roberto Piumini e Gaia Stella

Benché semplice da pronunciare e indossato pure da un famoso artista americano, il suo nome non risulta comprensibile alle signore anziane con cui, di tanto in tanto, gioca a bocce nel piccolo paese montano dove abita. Le signore anziane dei piccoli paesi montani, però, sono piene di risorse, così il ragazzo è stato ribattezzato senza tante storie Giacomo. (altro…)


Di donne fantastiche e metallurgia

L’Istruzione Adulti, per me, vuol dire un gruppo di donne straniere riunite, una mattina alla settimana, nell’aula di una scuola incastonata tra piccole officine e grandi stabilimenti. Percorrere i tornanti di questi luoghi, signore e signori, è un’esperienza ad alto rischio stupore e sgomento… Impossibile restare indifferenti nel varcare i confini del ricco Regno della Filiera del Metallo: ti guardi intorno e scopri che davvero tutti (ma tutti) gli spazi fisicamente occupabili di questa valle sono stati via via erosi nei secoli da capannoni, fabbriche e case. E non lo dico io, sospirando fiumi azzurri e colline e praterie dove far correre le mie malinconie, lo scrive serioso il Sole 24 ore, precisando che qui c’è un’impresa ogni 12 abitanti, neonati compresi.

Mina Braun

Illustrazione di Mina Braun

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