Lo scossone


Siamo onesti: la mattina di lunedì 26 settembre il mio buon umore ha subito un deciso, per quanto prevedibile, scossone. Così, appena entrata a scuola, ritiro la bevanda fumante alle macchinette e vado a berla nella prima liceo ancora senza liceali. Sono lì, ingobbita dentro percentuali simboli colori, quando sento una voce poco amichevole che esclama: tu chi sei? Cosa ci fai qua? È il collega di matematica, che mi guarda come l’automobilista guarda il piccione quando non si leva dalla strada. Temo che gli stia venendo voglia di accelerare, per cui apro rapida l’agenda e… Nooo, ho sbagliato! La prima ora sono nella terza della formazione professionale. Oggi non ce la posso fare.

Qui F. mi saluta con un discorso entusiasta che inizia con comunque il Berlusca e finisce con roie, facendo tappa su altre parole chiave, quali: Monza, Milan, 80 anni, figa. Qualcuno dice al vicino: la Meloni sta venendo a prenderti, qualcun altro: ci rimandano tutti a casa. Y. mi spiega che lui, in quanto marocchino, può chiamare negro il compagno senza risultare razzista, B. dall’ultima fila insiste per mostrarmi le sue doti canore e intona “Maresciallo non ci prendi/ Pistole nella Fendi” e poi finalmente ci si arrende tutti alla grammatica. I ragazzi svolgono in rumorose coppie esercizi che io poi correggerò a casa (dove mi attendono frasi tipo: le hostess sono fighe. Quel ragazzo è bravo, andrà sicuramente in idillio. Ho trovato un ingegno. Il mio amico ha raccolto una foglia di marijuana. Ti esilio da casa mia.)

Prima di raggiungere in seconda Romolo e Remolo sul Colle Pacatino, vado in biblioteca per la somministrazione del test di italiano che stabilirà i livelli dei corsi di alfabetizzazione. Nel prendere la prova, una studentessa con gli occhi a mandorla mi informa che è nata e vissuta sempre in Italia. Allora cosa fai qui? E lei: non so, mi ha mandato la profe (ma perché?). Sostiene di essere mandato dalla profe anche un ragazzo albanese in Italia da otto anni, che provo a far ragionare: dopo tanto tempo non avrai certo bisogno di un corso di lingua! Lui insiste: ma io voglio farlo. Mi hanno detto che ci sono le ragazze.

È lunedì 26 settembre, ma forse mi sta tornando il buon umore.

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