Lasciaci, o Morte, dire al mondo addio 1


Ieri in uno schianto è morto A. e da oggi in classe un banco è vuoto. Eppure il sole d’aprile continua a splendere, incurante.

A. aveva diciannove anni e rideva forte e parlava sempre. Aveva un modo di esprimersi tutto suo, abbondantissimo e sghembo. Io ogni tanto lo sgridavo: “Adesso basta, A: hai esaurito le domande!” oppure “Prima devi pensare e poi parlare! Quando apri la bocca, devi sapere quello che vuoi dire!” Ma A. ora ha smesso di parlare sghembo. Non finirà il tema che ho in borsa, non recupererà la verifica di storia. E non restituirà alla biblioteca del suo paese il libro che gli avevo consigliato. Possibile?

Pare di sì: stamattina sul giornale c’era la foto della sua auto accartocciata contro un muro e sul registro, accanto al suo nome, un quadratino rosso. Sì, oggi era assente, A.  Non risponderà all’appello nemmeno domani e tra pochi mesi non prenderà il diploma come i suoi compagni, che oggi sedevano ai loro posti inebetititi, gli occhi rossi di dolore.  

Anch’io mi sento inebetita. E allora piango. Tra le braccia di una collega nel bagno delle ragazze, al telefono con l’amica del cuore, nella classe di A. durante il minuto di silenzio. Piango per tutte le cose che succedono a scuola, per le vite brevi, le morti repentine. E penso: su quante candeline ci è concesso soffiare prima di dire al mondo addio?

 


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Un commento su “Lasciaci, o Morte, dire al mondo addio

  • Ivonne Carminati

    Cara Beatrice, sono addolorata per questa tremenda notizia e immagino quanto Tu sia sconvolta! La perdita di una giovane vita ci lascia sempre senza parole, soprattutto con tanti interrogativi. Il mistero della vita e della morte non ci è dato comprenderlo, ma accettarlo è la nostra unica soluzione. Un bacio, Ivonne