gita


Di puffi e proietti(li)

Volevo andare a letto presto, ma poi. Sono caduta nella rete. Ho mangiato tardi. Ho guardato Gianpazienza mangiare ancora più tardi. L’ho questionato su siepi cespugli roselline selvatiche. Ho lustrato tutte le scarpe a tiro e fuori tiro iniziando a sospettare di avere un problema. Ho fatto una sfilata con scarponi e abiti pesanti vantandomi per le mie mille declinazioni del viola. Ho deciso che era ora di pulire il bagno. Sono corsa alla ricerca di spugnette e prodotti specifici. Ho sfregato e sciacquato e scintillato di soddisfazione. Al che… Basta trafficare! Sei una trafficona! Stai shanti! Vai a letto! ha sentenziato Gianpazienza, concludendo: Mi metti ansia. Già, ansia. Perché ansia? Per la sveglia alle 5.30 che forse non avrei sentito. Per la collega da non dimenticare di andare a prendere (ma prendere dove che non ho capito?). Per il mal di pullman garantito. Per la pioggia che avrebbe complicato, forse rovinato, tutto. Per molti motivi. O per uno solo: la gita! Per la gita con (tra le altre) la classe dello squash! La gita in montagna! La pioggia, le curve, l’escursione, il museo!

L'ansia!

L’ansia!

E invece. (altro…)


Genitori, rivolta, cannonardi 2

Tre cose, tra le altre.

La gita
Profe, le manderò un bacio da Amsterdam… Me l’ha detto senza guardarmi, l’aspirante ragioniere romantico, con le stampelle già puntate alla porta (ben due calciatori infortunati e quattro stampelle, nella classe dei Senza Filtro). Tranqua profe, alla ganja ci penso io, si è affrettato a rassicurarmi Ronf, svegliatosi di colpo all’odore della campanella di uscita. Poi arrivederci e buone cose e le piacerebbe anche a lei eh e via, è tempo di gita. Certo che piacerebbe anche a me una parentesi di Europa! Invece no, io resto al solito posto con un pezzettino-ino-ino di classe ad affrontare la settimana più inutile della storia. Ma è un attimo e i banchi sono di nuovo tutti occupati da grossi zaini pieni di chissà, sicuramente non dei libri giusti.
Dai, raccontatemi della gita! Com’è andata? (Bene) Quale città vi è piaciuta di più? (Tutte) Perché, cosa vi ha colpito? (…) Niente da fare, nella classe dello squash, le mie palline di domande continuano a rimbalzare, tornandomi indietro dritte dritte in faccia. Vabbè, proviamoci con i più giovini.
Ragazzi, voglio sentire di una scena indimenticabile!
Sì profe! S. che resta incastrato col piede nella porta scorrevole… E il travone che gli sputa addosso, perché lui gli aveva urlato… (non è vero! non è vero! non mi ha preso!)
Lasciamo stare. (altro…)


gli aspiranti meccanici, la gita/2: commenti

Gli h’as mekk.
Ma chiii contenti della gita profe, lei è fuori, che posti di merda abbiamo visto, il museo figa era stranoioso e la città era proprio un cesso, lo giuro che faceva cagare… Ma poi le tipe, lasciamo stare le tipe, brutte fighe così non si erano mai viste… Lo sa che la figlia di Fantozzi mi ha chiesto di farle vedere l’uccello, che schifo profe, ma è vero perché mi guarda così lo giuro che è vero, poi lo sa che lui in pullman si è addormentato tra le tette di quella bionda brutta figa cioè si rende conto che sfigato e lui invece si è fatto abbordare dalla cicciona e poi lo sa che lui andava in giro dalle tipe a dire o ti fai toccare il culo o ti butto nel lago, ahahahah profe non faccia così, comunque l’unica decente era l’amica del marocchino, quella mora… (Cioè quella che, invitata dai docenti a separarsi dagli h’ass mekk e raggiungere le sue compagne per entrare nel museo, ha esclamato: Ma che problema c’è?! Guardi che prendo la pillola, io…) Poi profe, si è accorta o no che sul pullman gli unici posti puliti senza una briciola erano i nostri, quindi le sue allieve oltre a essere delle brutte fighe sono anche sporche, puzzano, sì che puzzano… Brutta storia, inchilà!

Le h’as sekr.
Prooofeeee! La gita?! Così così, dai diciamoci la verità, poteva andare meglio… Però sul pullman ci è piaciuto… E soprattutto… Soprattutto i suoi allievi… Proooofe, che cariiini! Troppo cariiini, i suoi allievi!

La profe.