aspiranti ragionieri


Tranqui, è finita! 2

Non ce l’hanno fatta, Ronf e Monetino. O meglio, ce l’hanno fatta a farsi bocciare. Come loro, l’amica delle Parlo e Sparlo e la giovine che in storia non riusciva a studiare le pagine giuste. Altri invece sono riusciti a passare con debiti e un esame da affrontare a settembre. Non è facile, in certi casi, decidere chi passa e chi no. Accettare che qualcuno sia o non sia fermato. Io non sono d’accordo! Questa ragazza vive un profondo disagio… No, non possiamo bocciarla! si è lamentato invano il collega di religione. P. promosso, ma vi rendete conto?! P. promosso, ma vi rendete conto?! P. promosso, ma vi rendete conto?! ha invece cantilenato la prof di economia, con uno sbigottimento che, onestamente, ha invaso tutti.

Yael Frankel.

Illustrazione di Yael Frankel

Giuratemi che almeno a settembre li fermiamo, se sono impreparati! ha esclamato la collega di inglese. Certo… le ha mentito qualcuno. Ma come certo! ha protestato la sbigottita di economia, dobbiamo bocciarli ora, quando mai l’abbiamo fatto a settembre! Ti sbagli, ha ribattuto il prof di diritto, mi ricordo benissimo, è successo nel mille novecento e… (altro…)


Di puffi e proietti(li)

Volevo andare a letto presto, ma poi. Sono caduta nella rete. Ho mangiato tardi. Ho guardato Gianpazienza mangiare ancora più tardi. L’ho questionato su siepi cespugli roselline selvatiche. Ho lustrato tutte le scarpe a tiro e fuori tiro iniziando a sospettare di avere un problema. Ho fatto una sfilata con scarponi e abiti pesanti vantandomi per le mie mille declinazioni del viola. Ho deciso che era ora di pulire il bagno. Sono corsa alla ricerca di spugnette e prodotti specifici. Ho sfregato e sciacquato e scintillato di soddisfazione. Al che… Basta trafficare! Sei una trafficona! Stai shanti! Vai a letto! ha sentenziato Gianpazienza, concludendo: Mi metti ansia. Già, ansia. Perché ansia? Per la sveglia alle 5.30 che forse non avrei sentito. Per la collega da non dimenticare di andare a prendere (ma prendere dove che non ho capito?). Per il mal di pullman garantito. Per la pioggia che avrebbe complicato, forse rovinato, tutto. Per molti motivi. O per uno solo: la gita! Per la gita con (tra le altre) la classe dello squash! La gita in montagna! La pioggia, le curve, l’escursione, il museo!

L'ansia!

L’ansia!

E invece. (altro…)


Da Napoleone al tramonto… Disagio 2

Tutto ha inizio con me che potrei dormire un po’ più del solito e invece mi alzo presto per preparare l’avventura napoleonica. È l’unico giorno della settimana in cui non entro a scuola alle otto ma quello con il più alto rischio di arrivare in ritardo. Parto in un orario che funziona solo salvo imprevisti. La settimana scorsa ho saltato l’imprevisto passando con luce rossa e barriere in discesa, al passaggio a livello (poi mi sono sentita un vermiciattolo col batticuore per una buona mezz’ora). Questa volta mi tocca un doppio imprevisto e devo fare una lunga deviazione che mi tramuta in vermiciattolo col batticuore dedito ai sorpassi (io che supero! Quando si dice la disperazione!). Davanti a scuola non c’è parcheggio. Dentro, le interrogazioni programmate. Riuscire a non studiare con le interrogazioni programmate a fine anno… Si riesce. Mentre guardo il giovine che con occhi impazziti succhia informazioni dalle note a piè pagine di una poesia che non ha letto, mi domando come io abbia potuto rifiutare un corso intensivo d’italiano con un frate vietnamita a causa di questa supplenza.

Omino pensieroso di Michele D'ambra

Omino pensieroso di Michele D’Ambra

Ed ecco che tutto si fa non. Non mi commuovo a sentire quelli bravi (io che non mi commuovo!), non sono sicura sui voti da dare, non ho tempo di iniziare l’avventura napoleonica, non consegno i compiti perché non li ho ancora corretti (ma non è esattamente quello che dico ai ragazzi). (altro…)


Una scuola all’imite 2

Sempre all’imite a scuola. Anche un po’ più in là.

Prendete la punteggiatura. Questa storia delle virgole che non ci sono mai oppure solo dove meno te lo aspetti… Il ragazzo virgola studia. Cioè il ragazzo è già in pausa prima ancora di mettersi sui libri! La storia degli apostrofi, poi… Un auto rigorosamente maschile, Lutero che – per compensare – diventa L’utero. Ed eccoci oltre all’imite. Ma proprio a-elle-elle-apostrofoimite.

Anche in classe si viaggia sempre all’imite del verosimile. Dante, si sa, fumava l’oppio. Petrarca era un depresso e sì, fumava l’oppio. Boccaccio sembra un po’ meglio, ma è stralungo. E poi il suo Ser Ciappelletto… Che spavento, Ser Ciappelletto… Ma no, mica perché da peccatore diventa santo. Mica per la dabbenaggine del frate. Macchè! Ser Ciappelletto… Nooo profeee! Nooo! Ser Ciappelletto è… è un frocio! Che schifo! (Beh profe, a questo punto apriamo un dibattito sull’omosessualità! Qui dentro c’è chi pensa che sia una malattia…) (Il sabato la penultima ora… Ci sono già caduta nel dibattito. E chiedetelo a Gianpazienza come sono tornata a casa). Comunque. Foscolo pure era un depresso, sostiene la classe dello squash. Tutti depressi i poeti. Tutti che soffrono…

sad

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