verifica


Lo scossone

Siamo onesti: la mattina di lunedì 26 settembre il mio buon umore ha subito un deciso, per quanto prevedibile, scossone. Così, appena entrata a scuola, ritiro la bevanda fumante alle macchinette e vado a berla nella prima liceo ancora senza liceali. Sono lì, ingobbita dentro percentuali simboli colori, quando sento una voce poco amichevole che esclama: tu chi sei? Cosa ci fai qua? È il collega di matematica, che mi guarda come l’automobilista guarda il piccione quando non si leva dalla strada. Temo che gli stia venendo voglia di accelerare, per cui apro rapida l’agenda e… Nooo, ho sbagliato! La prima ora sono nella terza della formazione professionale. Oggi non ce la posso fare. (altro…)


Per le facce del mondo 2

«In quest’ora della sera/ Da questo punto del mondo/ Ringraziare desidero il divino/ Labirinto delle cause e degli effetti/ Per la diversità delle creature/ Che popolano questo universo singolare/ […] Io ringraziare desidero per le facce del mondo/ Che sono varie e alcune sono adorabili/ […]»

Bello mondo, Mariangela Gualtieri

B. viene dallo Sri Lanka, non salta mai una verifica ed è più dolce di una caramella al cardamomo. Grazie alla mamma cuoca, è un buon conoscitore della cucina italiana. Se necessario, sa calarsi nel ruolo di mio personale dizionario di inglese. (altro…)


Diario di una settimana di marzo

Lunedì

Breve passeggiata fuori e dentro il Castello. Io cerco fiori da fotografare e il mio cane l’amico operatore ecologico che gli regala coni gelato (e che a me chiede: ma sei uscita in pigiama?). In auto alzo il volume della musica per spegnere i pensieri in bilico tra il diciannovesimo giorno di guerra e il primo giorno di un’altra settimana di scuola.

Un’ora di osservazione nella classe del mio tutor. Mi piace. Fosse arrivata dieci anni fa avrebbe avuto un altro senso, ma tant’è. Anche lui è in bilico tra l’Ucraina e l’epica, così un po’ si parla dei ragazzi scappati dalla guerra che presto siederanno ai nostri banchi, un po’ del Pelìde Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli achei.

Dagli Achei alla mia oasi felice di alfabetizzazione è un attimo: strappare agli studenti stranieri due parole di italiano e un sorriso dietro la mascherina è la mia missione speciale.

Ma dura poco: eccomi già nella prima dei perennemente sospesi (oggi solo quattro). Prendete il libro di grammatica, dico, e il re dei sospesi, prontissimo, prende dallo zaino una scatola di cereali, una bottiglia di latte e un bicchiere (fai il bravo, non mettermela la nota, dirà poi al collega di sostegno).

Non vorrei, ma mi tocca, la spina di storia alla sesta ora nella seconda regionale. Causa stage (cari gommisti, vi sono vicina), ci sono solo sei studenti, ma l’aut aut resta lo stesso: o il cellulare o il bordello. Insisto e alzo la voce. Loro il volume della musica. Contratto. Paziento. Mi arrabbio. Riprovo. Ma perché vuoi fare la seria? Già, perché? (altro…)