verifica


Chicca #10

Qualche tempo fa, compio un atto temerario nella mia prima: chiedo ai ragazzi di leggere un libro. E faccio una verifica in classe. Lo sdegno! Il più furente è S., che scorrendo le domande della prova si fa sempre più paonazzo:

– Ah se io devo prendere 2 perché non ho letto un libro! Ah se io devo prendere 2 perché non ho letto un libro!

L’atto temerario, c’era da aspettarselo, si rivela un (quasi) completo fallimento. A risollevarmi il morale, però, arriva lui. È Nihal, un personaggio secondario. Molto molto misterioso.

Domanda:

“Chi è Nihal?”

Risposte:

“Nihal è il badante.”

“Nihal è la badante della nonna.”

“Nihal è la nonna.”

“Nihal è il padre di Lorenzo.”

“Nihal è una persona che viveva nello stesso palazzo di Lorenzo.”

“Nihal è un loro vicino.”

“L’amico che Alessia ha invitato alla giornata bianca.”

“Il bidello dell’hotel.”

“Il suo migliore amico.”

“Invece Nihal.”

“Nihal.”


Tra Surya e la supplica, tre domande 4

Domenica, ore 11:15. Scendo cinque piani di scale e salgo in auto, passando da un approfondimento yoga dedicato al saluto al sole al moto oscillatorio dei tergicristalli sul parabrezza. Poco dopo, ancora luccicante di gratitudine per Surya e i saggi indiani e la mia maestra, varco la porta a vetri di un supermercato sorprendentemente affollato.

Mentre spingo il carrello e pure qualche senso di colpa per le compere della domenica, cerco il cellulare su cui ho annotato la lista della spesa e mi accorgo di alcuni messaggi ricevuti. Tra gli altri, ce n’è uno da un numero che non conosco. Lo apro.

Giorno, sono *** abbiamo reperito il suo numero dal *** per il motivo, che i miei compagni hanno chiesto se la verifica la si può fare il martedì per poter fare un po di ripasso domani

Carrello fermo e cellulare in mano, fumo di disappunto di fronte a una fila ordinata di fagioli borlotti. (altro…)


Vadi, contessa, vadi! 2

Non sono tutti casi straordinari, i miei studenti in carcere. Certe vette spigolose, per fortuna, non si raggiungono facilmente ed ecco a voi uno scenario di classe un po’ più rotondo: niente cocuzzoli, ma poggi e valloncelli.

Illustrazione di Agustin Comotto

Prendete lui. Un tale molto simpatico e un po’ in difficoltà con la mia materia, uno che se gli chiedo l’ora capace che tenti di filarsela dicendomi che mancano cinque minuti alla fine della lezione (non fosse che sono appena entrata!); un tale che ha un’età (sostiene lui) per cui potrebbe essere mio padre e che quindi (immagino io) si cruccia per il futuro di quelli che potrebbero essere i suoi figli, soprattutto se hanno avuto l’idea balorda di restare dove sono nati, cioè in Italia. (altro…)


Sangue verde e crimine che sale

La settimana scorsa doveva essere l’ultima. Invece la supplenza è stata prorogata di altre cinque settimane. Naturalmente ho accolto la fortunata notizia con vera gioia.

No soy perfecta,Jimmy Liao

No soy perfecta,
di Jimmy Liao

Bugiarda! Non ho pianto per la pena né ho fatto capriole di letizia. Prendo atto, più che altro. L’esplorazione del Grande Sonno e delle sue creature non è ancora finita.

Queste le ultime scoperte tra i banchi degli aspiranti ragionieri.
Innanzitutto, mai più fare una verifica di storia con domande a risposta aperta. Mai più, sventata che non sono altro! Eppure avevo scritto sviluppa sinteticamente i seguenti argomenti e non scrivi tanto, tutto quello che sai, probabilmente poco, forse nulla, ma scrivilo il più ampiamente possibile che tanto la profe è tonta e ha un sacco di tempo. Avevo detto sviluppa, mica sbrodola! Avevo detto sinteticamente, mica prolissamentissimamente! Comunque, queste nuove idee grazie anche alla pubblicazione di giornali e riviste inaugurò un nuovo modo tra ceto e nobiltà, non so se avete capito. No che non avete capito, neanch’io ho capito, neanche l’autore sibillino di queste righe ha capito. Mai più una verifica di storia, allora. E da domani, azienda agricola! (altro…)


Erba buona e buone nuove

Buone nuove per la quarta settimana.
Innanzitutto, mi sono stufata di prendere tremendamente sul serio questa parentesi di supplenza. E di pormi inquieti quesiti sulla mia vita lavorativa che è tutta una parentesi. Non ho risposte, tanto. E c’è chi non capisce neppure le domande… Non so cosa vuoi dire, dev’essere perché non hai studiato Peirce, mi dice sogghignando Gianburla Il Filosofo, tentando di cavarsela confondendomi.
Allora, la sera prima della ripresa, ho respirato a fondo e ho tossito, espellendo anche i crucci. Sarà una notte gentile, questa – mi son detta. – Una notte dalla faccia rotonda, con una lanterna di luna in mano e al polso un braccialetto di stelle. Una polvere calma-quesiti scivolerà dal suo taschino ai tetti, scendendo piano piano nella mia testa. A posto, allora.

When nighttime camedi Irma Gruenholz

When nighttime came
di Irma Gruenholz

Poi la mattina presto, il sole. Piccola palla arancio dai contorni imprecisi, che sale a sinistra della strada diretta alla campagna dei ragionieri. Oppure la nebbia. Quando è solo una striscia bassa, il mondo sembra tutto tetti, camini, cime di alberi, fanali fiochi. Bello da far dimenticare le corriere senza mai fretta o la banda dei Grandi Sonnambuli quando sono strastrasonnambuli. (altro…)