Erba buona e buone nuove


Buone nuove per la quarta settimana.
Innanzitutto, mi sono stufata di prendere tremendamente sul serio questa parentesi di supplenza. E di pormi inquieti quesiti sulla mia vita lavorativa che è tutta una parentesi. Non ho risposte, tanto. E c’è chi non capisce neppure le domande… Non so cosa vuoi dire, dev’essere perché non hai studiato Peirce, mi dice sogghignando Gianburla Il Filosofo, tentando di cavarsela confondendomi.
Allora, la sera prima della ripresa, ho respirato a fondo e ho tossito, espellendo anche i crucci. Sarà una notte gentile, questa – mi son detta. – Una notte dalla faccia rotonda, con una lanterna di luna in mano e al polso un braccialetto di stelle. Una polvere calma-quesiti scivolerà dal suo taschino ai tetti, scendendo piano piano nella mia testa. A posto, allora.

When nighttime camedi Irma Gruenholz

When nighttime came
di Irma Gruenholz

Poi la mattina presto, il sole. Piccola palla arancio dai contorni imprecisi, che sale a sinistra della strada diretta alla campagna dei ragionieri. Oppure la nebbia. Quando è solo una striscia bassa, il mondo sembra tutto tetti, camini, cime di alberi, fanali fiochi. Bello da far dimenticare le corriere senza mai fretta o la banda dei Grandi Sonnambuli quando sono strastrasonnambuli. Terza nuova, la classe dello squash. Questa settimana le ragazze Ti schifo avevano l’aria di schifarmi leggermente meno. Ho visto addirittura una testa annuire, mentre parlavo. Un mattone di un muro di un campo da squash che annuisce… Pazzesco! E non solo. Ho visto pure qualcuno sorridere. Sorridere! Mattoni di un muro di Grandi Sonnambuli più o meno diciassettenni che sorridono! Una scena epocale!

Granotadi Sophie Fatus

Granota
di Sophie Fatus

Altra novità, Ronf non ha ronfato. Certo, ha continuato a bambanare per i corridoi e ha masticato quatto quatto i suoi crackers, interrompendosi, con molto tatto, ogni volta che lo guardavo. Mi ha chiesto consiglio su un bel libro e ha riassunto pure un angolo di canto dell’Inferno, con un discorso partito da “Tranqua”, dice Virgilio a Dante e terminato con Fumava proprio dell’erba buona, Dante. O no, profe?
Monetino invece ha consegnato per primo la verifica di storia solo per avere il permesso di uscire verso le macchinette con le tasche sonanti di monete e tornare con Baiocchi, caffè e succo, la prima delle sue innumerevoli colazioncine. Quando ho dichiarato che nessuno più sarebbe uscito, lui ha tossicchiato e tossicchiato, poi si è alzato con una smorfia di sofferenza e un candido Scusi profe, devo bere un goccio d’acqua, ho un po’ di raucedine, un attimo solo, profe… Altro che raucedine, è tornato con tasche gonfie di Fieste, che ha ingoiato in un boccone e deglutito il tempo di un battito di ciglia.

Lo stesso sguardo

Lo stesso sguardo

Le ragazze Parlo e Sparlo della prima fila hanno parlato e sparlato senza sosta. Come al solito. Ma io non posso buttarle giù dalla finestra, perché so che i pezzettini di loro sparsi sul selciato del cortile continuerebbero a ciarlare fastidiosi. Le ragazze Parlo e Sparlo – lo so per esperienza diretta – parlerebbero e sparlerebbero sempre e comunque, ad ogni costo, indifferenti e inarrestabili. È una certezza questa, come il mio baobab o i calzini bucati di Gianpazienza. Come i pota là sui monti con Annette, gli inchilà tra i meccanici, i brufoli a 17 anni. Bisogna farsene una ragione.
Ultima buonissima nuova è che alla fine della quarta settimana gli aspiranti ragionieri sembrano avere finalmente accettato la mia presenza. La domanda che ha segnato il nuovo inizio è arrivata alle 12.54 di sabato, un minuto prima dell’arrivederci. Suonava così: Profe, allora stasse disco?

Scialla vecio, ci becchiamo in disco

Scialla vecio, ci becchiamo in disco

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