baobab


Viaggiare informati (3)

Pensavo ai miei ultimi viaggi in treno.

trenoPensavo a quella mattina in cui tutto girava giusto e sembrava facile. Un sole sorprendente, dopo tanta attesa. Il treno già pronto al binario, poca gente nei vagoni, quel libro delizia che stavo leggendo… Raccontava di una vecchina che scappa dalla casa di riposo per andare a rifugiarsi in un ricordo, in un ultimo tentativo di ritrovare la bellezza. Nel frattempo la giovine rossa di fronte a me sta andando a fare un esame e alla sera avrà il corso di teatro, mentre il giorno dopo alle sette farà un aperitivo con un’amica e forse un amico, sempre che lui si convinca che non è di troppo. (Incredibile come in treno, nonostante la buona volontà, un libro delizia e la testa su un baobab, sia impossibile non farsi i fatti degli altri.) (altro…)


Di temi, popollo e Ringo 2

Una settimana all’insegna dell’incubo correzione temi, quella scorsa.
Profe, ha corretto i temi? Profe, ha corretto i temi? Profe, ha corretto i temi?

Nooo che non ho corretto i temi!

Nooo che non ho corretto i temi!

Come al solito, è più il pensiero del pacco di temi che il pacco in sé ad angosciare. Alcuni docenti soccombono di fronte a un tale pacco di pensiero. Davvero, chiedetelo a quella prof esausta che anni fa mi pagava per correggerli al suo posto!
In ogni caso, i temi di letteratura rischiano di essere molto noiosi. Ci sono le eccezioni, certo. C’è quello succoso succosissimo, quello che fa strillare Gianpazienza! Senti qui che roba, devo leggertelo, ma ci pensi?!, diventando così l’incubo di qualcun altro. Quello che fa esplodere in sonora risata (a metà di un collegio docenti), perché racconta del popollo, che – si sa – è il popolo un po’ pollo. Per il resto, un gran sonno. Soprattutto il venerdì sera dopo le 23, quando Gianpazienza e un pezzo di umanità mondana bighellona per locali, mentre io e un pezzo di umanità popolla ci chiediamo e richiediamo il perché della disgrazia di una scuola anche il sabato. (altro…)


Erba buona e buone nuove

Buone nuove per la quarta settimana.
Innanzitutto, mi sono stufata di prendere tremendamente sul serio questa parentesi di supplenza. E di pormi inquieti quesiti sulla mia vita lavorativa che è tutta una parentesi. Non ho risposte, tanto. E c’è chi non capisce neppure le domande… Non so cosa vuoi dire, dev’essere perché non hai studiato Peirce, mi dice sogghignando Gianburla Il Filosofo, tentando di cavarsela confondendomi.
Allora, la sera prima della ripresa, ho respirato a fondo e ho tossito, espellendo anche i crucci. Sarà una notte gentile, questa – mi son detta. – Una notte dalla faccia rotonda, con una lanterna di luna in mano e al polso un braccialetto di stelle. Una polvere calma-quesiti scivolerà dal suo taschino ai tetti, scendendo piano piano nella mia testa. A posto, allora.

When nighttime camedi Irma Gruenholz

When nighttime came
di Irma Gruenholz

Poi la mattina presto, il sole. Piccola palla arancio dai contorni imprecisi, che sale a sinistra della strada diretta alla campagna dei ragionieri. Oppure la nebbia. Quando è solo una striscia bassa, il mondo sembra tutto tetti, camini, cime di alberi, fanali fiochi. Bello da far dimenticare le corriere senza mai fretta o la banda dei Grandi Sonnambuli quando sono strastrasonnambuli. (altro…)


Baobea e l’Istituto Nazionale Paghiamo Sempre, ultimo atto

Baobea, dopo la parentesi perugina, tornò all’Istituto Nazionale Plop Scrasch, munita di nuovi documenti ARSS (Anti Reiezione Sfortunato Sussidio). Prima, però, fece tappa alla copisteria sotto casa, quella gestita da due tali che di nome fanno gli Sballati. Quando gli Sballati incontrano la Stordita è un bel guaio, si rischia di uscire con molte fotocopie ma non con quella più importante. Quella che di sicuro vorranno all’Istituto Nazionale Plinplong Sigh, quella che alla fine gli darai l’originale. Comunque.
Entrata, come di consueto, dalla porta laterale della caverna del tesoro, Baobea capitò subito su una faccia familiare… Ma certo! Riecco Spiazza l’Impiegata!
– Dica, signora.
– Buongiorno, vorrei consegnare i documenti per il riesame della mia domanda di disoccupazione…

(Spiazza si fa subito battagliera e sibila) Ma chi gliel’ha chiesto, scusi?!
– Ehm… (Baobea è spiazzata) Lei?
– Ah! Ecco! Mi sembrava di averla già vista! Bene bene… Sì, lasci pure a me. Vediamo… Ma qui manca un documento!
(parentesi Copistai Sballati)
– Bene, abbiamo finito… Questo è il protocollo del riesame. Stia tranquilla, signora, se lei ha diritto al sussidio, lo avrà. L’INPS è qui per pagare, non viceversa!
Simpatica, alla fine, la Spiazza, pensò Baobea uscendo dall’Istituto Nazionale Paghiamo Sempre. Poi salì sulla sua scaletta, verso le nuvole e il baobab.

Tra le nuvole di André Neves

Tra le nuvole
di André Neves

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Baobea e l’Istituto Nazionale Poco Seri, atto II

Baobea non poteva immaginare che sarebbe stata lei a rinunciare al sussidio, subito dopo averlo conquistato. Eppure andò proprio così. Ci mise due mesi e moltissime pene per ottenerlo. Ma quando lo ebbe, a settembre inoltrato, ecco che arrivò un piccione viaggiatore, nel becco una proposta di lavoro. E che lavoro! Mezza cattedra alle medie fino ad avente diritto, là sui monti con Annette. Baobea non ci pensò troppo (sarebbe stato un vero azzardo, con tutti quei contro…) e scrisse a Scorbuta l’Impiegata Senza Cervello che poteva anche tenerselo, il maledetto sussidio.

l'odiosa regina

L’odiosa regina
(parente di Scorbuta)
di Benjamin Lacombe

Fece fagotto, salutò Gianpazienza, montò sulla sua vettura e via. Seconda mucca a destra, questo è il cammino che fece. Lassù, il paese di Annette, con Ugo, i gemelli Emme, Alice nel paese delle meraviglie e tanti altri nani alpini. Grazie ad Annette, imparò a superare i camion, a portare al pronto soccorso autostoppiste in menopausa scosse da vampate, ad accendere la stufa a legna, a sopravvivere all’autunno angoscia e alla guerra dei tortelli in mensa. (altro…)