Di donne fantastiche e metallurgia


L’Istruzione Adulti, per me, vuol dire un gruppo di donne straniere riunite, una mattina alla settimana, nell’aula di una scuola incastonata tra piccole officine e grandi stabilimenti. Percorrere i tornanti di questi luoghi, signore e signori, è un’esperienza ad alto rischio stupore e sgomento… Impossibile restare indifferenti nel varcare i confini del ricco Regno della Filiera del Metallo: ti guardi intorno e scopri che davvero tutti (ma tutti) gli spazi fisicamente occupabili di questa valle sono stati via via erosi nei secoli da capannoni, fabbriche e case. E non lo dico io, sospirando fiumi azzurri e colline e praterie dove far correre le mie malinconie, lo scrive serioso il Sole 24 ore, precisando che qui c’è un’impresa ogni 12 abitanti, neonati compresi.

Mina Braun

Illustrazione di Mina Braun

Tra questi abitanti c’è il mio gruppo di studentesse di età e nazionalità varie, ma animate dallo stesso desiderio di perfezionare il loro già solido italiano. Sono signore africane e casalinghe pakistane, belle ragazze del Brasile o dell’Est Europa (mogli di indigeni che amano il metallo nostrano e le bellezze etniche) e infermiere sudamericane (ora sembra fantascienza, ma vi ricordate i tempi in cui l’Italia andava a cercare le infermiere fino in Paraguay, tanta carenza c’era?!).

Giovani e meno giovani, con sorrisi dolcissimi o con graziosi baffetti alla pakistana, esauste per i turni in ospedale o molto più sveglie di me, queste donne sono fantastiche. Non so come spiegarvi, ma quando le guardo spaccarsi la testa sui pronomi relativi, quando ascolto i loro accenti buffi o i loro accenni di vita ricca e ne immagino le storie, quando le osservo sorseggiare l’infusione di erba mate mentre sono chine su qualche esercizio e a tratti trillano risa e cellulari e domande… Ecco, quando vedo e vivo questo, io mi sento felice. Allora mi volto verso la finestra e spio i profili delle montagne, sicura che sotto nascondano non officine ma fiumi azzurri e colline e praterie.

Illustrazione di Vanessa Hié

L’Istruzione Adulti, per molti, significa la Scuola per Extracomunitari, per me un gruppo di donne fantastiche. Ma non solo: c’è anche un Giacomo d’India che regna sovrano in una classe della valle vicina, cui urge il resoconto. Tornerò ad aggiornarvi, signore e signori.

Con calma, ma tornerò!

P.S. E dopo il Diario di Anna Frank, che avevo giurato anche basta e invece mi ha reso nuovamente insonne, Ad Alta Voce si sta ora concentrando su Il nome della Rosa letto da Moni Ovadia. Siete avvertiti.

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