adolescenza


Tra la sveglia e Petrarca, i papaveri

L’altra mattina, dopo una notte di sonno breve, non volevo credere alla sveglia, alla scuola da raggiungere, alla lunga giornata davanti a me. Allora in auto ho fatto il gioco delle osservazioni. Che sarebbe: guardarsi intorno e registrare ciò che si vede, rasserenarsi spostando l’attenzione su altro da sé.
Giro la chiave, pronti, via!auto osservatriceUomo orientale seduto sopra lattine imballate, di fronte al portone chiuso dell’università. Attende. Il suo camion delle consegne è parcheggiato ad occupare quasi interamente il vicolo.
Omini arancioni già al lavoro, dentro il cantiere che blocca l’accesso alla piazza. Ma quante settimane ci vogliono per riparare una tubatura saltata? (altro…)


Genitori, rivolta, cannonardi 2

Tre cose, tra le altre.

La gita
Profe, le manderò un bacio da Amsterdam… Me l’ha detto senza guardarmi, l’aspirante ragioniere romantico, con le stampelle già puntate alla porta (ben due calciatori infortunati e quattro stampelle, nella classe dei Senza Filtro). Tranqua profe, alla ganja ci penso io, si è affrettato a rassicurarmi Ronf, svegliatosi di colpo all’odore della campanella di uscita. Poi arrivederci e buone cose e le piacerebbe anche a lei eh e via, è tempo di gita. Certo che piacerebbe anche a me una parentesi di Europa! Invece no, io resto al solito posto con un pezzettino-ino-ino di classe ad affrontare la settimana più inutile della storia. Ma è un attimo e i banchi sono di nuovo tutti occupati da grossi zaini pieni di chissà, sicuramente non dei libri giusti.
Dai, raccontatemi della gita! Com’è andata? (Bene) Quale città vi è piaciuta di più? (Tutte) Perché, cosa vi ha colpito? (…) Niente da fare, nella classe dello squash, le mie palline di domande continuano a rimbalzare, tornandomi indietro dritte dritte in faccia. Vabbè, proviamoci con i più giovini.
Ragazzi, voglio sentire di una scena indimenticabile!
Sì profe! S. che resta incastrato col piede nella porta scorrevole… E il travone che gli sputa addosso, perché lui gli aveva urlato… (non è vero! non è vero! non mi ha preso!)
Lasciamo stare. (altro…)


Di firme e fiori gialli

L’altro giorno ho firmato la proroga della supplenza fino a giugno. Ho firmato sorridendo alla preside. E pure alla segretaria.

Sì! Inizia ogni giorno con un sorriso!

Inizia ogni giorno con un sorriso! Sorridi, sei tra gli aspiranti ragionieri! Sorridi, maledizione!

Poi mi sono disperata. La felicità non passa per di qua/ nemmeno per un attimo/ sorride e se ne va/ mi guarda e fugge via/ scossa come da un brivido… Questa la colonna sonora della mia giornata.

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10 (buone?) ragioni 2

10 (buone?) ragioni per non fare l’insegnante
Dover interrogare.
Rendersi conto che l’unica cosa che conta, per il Grande Sonnambulo, è il voto.
Affliggersi per il disinteresse degli adolescenti, e forse dell’umanità tutta, verso la punteggiatura.
Leggere nei temi sempre la stessa solfa, che può essere – a seconda dell’angolazione – una generalizzazione, uno stereotipo, una falsa credenza, ma che è – da ogni angolazione – una colossale cazzata… Leggere, cioè: Gli insegnanti vengono a scuola solo per percepire lo stipendio.
Scoprire sempre il giorno stesso che ci sono le riunioni il pomeriggio (“Ciao! Mangiamo insieme, che poi ci sono le riunioni per materia?” “Scusa?” “Sì! Le riunioni per materia! Ma tu leggi mai le circolari?” “Circolari?”).
Chiedersi se esista almeno un punto nell’ordine del giorno di una riunione che interessi il supplente (rispondersi di no).
Ascoltare discorsi stucchevoli sui ragazzi che arrivano alle superiori senza i prerequisiti: saper ascoltare, esporre, scrivere.
Fare un discreto sbattimento per organizzare un’uscita didattica con due classi e poi scoprire che: una classe (la preferita) non verrà perché in punizione; più di un terzo dell’altra classe (quella dello squash) (dello squash, non so se mi spiego) non verrà perché non c’ho voglia.
Avere a che fare con gli adolescenti.
Sorprendersi ogni giorno, a scuola. Soffrire forse un po’ troppo.

(a scuola, aiutooo!)di Antonella Abbatiello

(a scuola, aiutooo!)
di Antonella Abbatiello

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Di temi, popollo e Ringo 2

Una settimana all’insegna dell’incubo correzione temi, quella scorsa.
Profe, ha corretto i temi? Profe, ha corretto i temi? Profe, ha corretto i temi?

Nooo che non ho corretto i temi!

Nooo che non ho corretto i temi!

Come al solito, è più il pensiero del pacco di temi che il pacco in sé ad angosciare. Alcuni docenti soccombono di fronte a un tale pacco di pensiero. Davvero, chiedetelo a quella prof esausta che anni fa mi pagava per correggerli al suo posto!
In ogni caso, i temi di letteratura rischiano di essere molto noiosi. Ci sono le eccezioni, certo. C’è quello succoso succosissimo, quello che fa strillare Gianpazienza! Senti qui che roba, devo leggertelo, ma ci pensi?!, diventando così l’incubo di qualcun altro. Quello che fa esplodere in sonora risata (a metà di un collegio docenti), perché racconta del popollo, che – si sa – è il popolo un po’ pollo. Per il resto, un gran sonno. Soprattutto il venerdì sera dopo le 23, quando Gianpazienza e un pezzo di umanità mondana bighellona per locali, mentre io e un pezzo di umanità popolla ci chiediamo e richiediamo il perché della disgrazia di una scuola anche il sabato. (altro…)