I grandi


I corsi di italiano per adulti stranieri disoccupati talvolta regalano un magnifico trio…

Innanzitutto c’è B., signora senegalese. In Italia da vent’anni, un marito (senza lavoro da due anni, con un’altra moglie) e quattro figli di cui uno in Senegal, B. è regolare solo dal 2000, tutta colpa di una suora, ma è una storia lunga. E interessantissima! Come saggezza e dolcezza e rotondità di silhouette ricorda Mami di Via col vento.  È molto brava ma quando legge hai tempo di ripassare tutte le battute di Rossella O’Hara oppure di fare un sonnellino sognando Dakar: l-e-n-t-i-s-s-i-m-a!
Poi c’è S. I Don’t Understand. Ventidue anni, inglese, è qui per amore della sua girlfriend bresciana. Ma non so se tra i due funzioni, lui ha una maschera desperate in volto. Always. E non capisce niente! Never. Però io mi applico molto e allora lui Ouu sorry, e pare capire. Ma non è vero! Ha pure il gesso causa skateboard e viene to school on foot ma in stampelle ed è ancora più desperate. Allora per sollevarlo gli speakko in english fluently, eppure lui resta, chissà perché, I Don’t Understand.
Infine c’è Lei nata Lui. Nel senso che nacque Lui in Brasile e ora qui è una Lei, fa la colf del suo fidanzato ed è invaghita di Maria de Filippi. Alta, snella e pettoruta, ha spalle da uomo e chioma da donna, lineamenti maschili e abiti femminei, voce grave e riso argentino… Un fantastico mix! È  divertente e la più brava della banda, solo che spesso parla portugues  pensando que sia italiano e non c’è verso di compreender. Talvolta intavola conversazioni al femminile, rivolgendosi alla dolce Mami di Via col Vento…
Lei (stufa del suo attuale fidanzato): Ho voglia di un flirt…
B. (guardando me stranita): Eh?
Lei (cocciuta): Un flirt, come si dice, un morosino…
B. (nebulosa): Eh??
Io (incerta): Beh, dice che ha voglia di un fidanzato, però non per una cosa lunga e importante…
B. (si illumina): Ah! Certo, hai voglia di qualcuno che ti protegge…
Lei (si scandalizza): Ma cosa dici?? Qualcuno che paga!!!
Ridiamo tutti… Quasi tutti, S. I Don’t Understand per fortuna non ha capito.

Insomma, 4 ore al giorno immersa nella loro profusione di colori, accenti, storie e sessi… Che dire? Sono una professora felice!

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