2. Tra i piatti più significativi


Tra i piatti più significativi della mia infanzia, ricordo: gli strozzapreti con salsiccia in un ristorante nell’entroterra romagnolo, la faraona arrosto o la gallina ripiena a Natale, cotechino e lenticchie a Capodanno; in pizzeria la capricciosa, a cena il salame nostrano, ma solo una fettina. Con gli zii, qualche volta, la fondue bourguignonne.

Piatti significativi perché avevano il sapore di un rito familiare.

Non che mangiassimo solo carne, in famiglia. Anzi. Mio papà aveva una relazione amorosa con l’insalata riccia, mia mamma si faceva giganteschi piatti arcobaleno e io e M. eravamo quel tipo misterioso di gemelli che si mostrava entusiasta perfino davanti a un cavolfiore. Avessimo potuto scegliere, però, ci saremmo nutriti esclusivamente del nostro gelato del cuore: la mattonella.

Avevamo una dieta onnivora. D’altronde, mangiare un po’ di carne è normale, naturale, perfino necessario… O no?

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *