Ieri ho visto un treno arrivare in stazione senza annunci dalla direzione opposta alle attese e ho sentito un intero binario chiedersi, un piede su e uno giù, ma sarà il treno giusto?
Ieri, i piedi entrambi su, ho avvertito molto freddo e troppo caldo, a seconda del vagone, e ho scorto tracce diarroiche anche sul soffitto di quell’indimenticabile wc.
Ho annusato molti odori, ho sorriso al sorriso di una signora bionda con la giacca verde, ho osservato una ragazzina leggere al padre instruzioni di vita sana in rima (...non mangiare troppe caramelle sennò per le carie vedrai le stelle…), ho sentito il padre chiederle, di grazia, di tacere.
Ho ascoltato il silenzio di molte solitudini, qualche giovane strillo, alcune telefonate. Ho udito un tale intonare un canto che sembrava una preghiera.
Ho scommesso sull’orario di arrivo.
Ho perso.
Al ritorno, ho preso il treno delle sardine che alternava il passo di lumaca alla camminata del gambero e andava incontro a un buio nero come l’ala di un corvo.
Al ritorno, avevo i piedi come due pinguini e ho sognato di essere un croccolone panciuto per volarmene via veloce.
(Sentirmi circondata da tanti animaletti non mi è stato, comunque, di consolazione: volevo solo arrivare a casa, dal mio cane).
Al ritorno, non sono riuscita a sorridere neppure agli improbabili annunci che si rinnovavano ad ogni stazione (il treno viaggia con un ritardo di 36 minuti (36!) dovuto a problemi alla circolazione dei treni precedenti…), no, troppi gamberi sardine lumache corvi pinguini per sorridere alle scuse di coccodrillo del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ai suoi sempiterni ci scusiamo per il disagio.