Archivi mensili: Ottobre 2012


Io non sono… Ugo!

Prosegue la conoscenza della banda di nani. Attraverso letture, discussioni e piccoli temi, si delinea un ritratto sempre più preciso. Arricchito da nuove espressioni, tipo strabuzzare gli occhi.
Profe, cosa significa “strabuzzare”,
chiede a gran voce Vorrei Chiamarmi Ugo. Hai presente, Ugo – dico io – cosa succede spesso quando intervieni? Succede che io spalanco, stravolgo gli occhi… Li strabuzzo! Ugo tira fuori i dentoni in un sorriso e annuncia allegro: Profe grazie, ho capito benissimo. Un minuto dopo, siamo alle prese con la domanda come mi vedono gli altri? Ugo alza la mano per leggere la sua risposta: Gli altri mi vedono un deficiente. Io strabuzzo gli occhi più del solito. Ma Ugo… Cosa dici? Ugo tira fuori i dentoni: Profe, è vero eh, me l’ha detto lui di scriverlo… si difende indicando il suo biondo vicino di banco, che poco dopo enuncerà alla classe i suoi interessi. I miei interessi sono… Sono… Sono Elisa! Oh cielo. L’aula si fa boato, il biondo diventa viola e Elisa – detta anche La Reginetta Delle Smorfiose – mi guarda con l’ombra di un sorriso, come a dire: Gli ometti, pff pff, che allocchi.
6Andiamo avanti, temerari. Provando a descriverci utilizzando la forma negativa. Io non sono…
Io non sono una cacca di mucca
, debutta il gemello Emme Cresta. Io non sono una mosca su una cacca, prosegue il gemello Emme Frangia. (altro…)


Fantastice, le medie! Ma non più di troppo

Bisogna essere preparati. E rassegnarsi. Nei temi di prima media, gli elenchi possono essere infiniti. Si parte dalla famiglia, con i nomi dei cari genitori, dei fratelli che ci litigo spesso, delle cugine e cugini (minimo sei), della zia e infine dei nonni. Dalla famiglia, si passa ai nomi delle migliori amiche (di solito tre), dei compagni simpatici (fino a undici) e ancora, ai cognomi dei proffessori, di quelli che fanno tanto ridere, di quelli antipatici, di quelle con la fama di streghe. Poi i colori preferiti (in media cinque), gli obbi e un lunghissimo tuffo nel mondo animale: i cani (e le varie razze), i gattini, le tartarughe, i conigli nani, i pappagalli, i canarini, i criceti, i cavalli, i leoni (e li voglio a tutti tanto bene). Quando le liste sono finite, partono le descrizioni – scrupolosissime – del viso magro e arrotondato, dei capelli riccioli, di nasi a patatina, labbra carnose e sorridenti, occhi verde acqua o grigio pietra, orecchie da folletto, corporatura giusta, altezza piccola, collo alto. Senza dimenticare la personalità: ho un carattere sportivo, sono una tipa pazza e spericolata, mi vesto in modo kegiual. Se si è ancora svegli, a questo punto, si rischia perfino di inciampare in disegni di facce funghi sciatori chitarre e note musicali (perché la musica è nel mio diennea).
Comunque. Come vedono le medie, i ragazzini di prima media? Innanzitutto, la prima impressione era che le medie sono brutte e noiose ma fino ad ora mi sono piaciute. Innanzitutto, insomma, non si capisce. Ma c’è anche chi ha le idee chiare. Tipo Ugo, che scrive: le medie sono belle mentre io non sono tanto bello. (altro…)


Rivelazioni

Quante rivelazioni, in un solo giorno, là sui monti con Annette e gli astuccetti!4
Innanzitutto, scopro che Vorrei Chiamarmi Ugo non fa i compiti. O meglio, fa i compiti ma non ha mai il quaderno giusto – sostiene. E se lo sostiene con un sorriso di circa cinquanta dentoni, non è facile restare seri, no no.  Poi scopro che tutti i consigli-collegi-riunioni saranno nei giorni in cui avrei voluto essere lontanissima. Che il menù della mensa fa schifo (con tanto di mele che si danno ai maiali!) e che la cosa la risolverò io perché sono la coordinatrice. Questa cosa della coordinache? l’ho trovata piuttosto divertente, confesso. E confido di scoprire presto che cosa significa. Pure di imparare a distinguere le mele per gli essere umani da quelle per i suini, già che ci sono. Scopro poi, con sommo disappunto, che mio papà aveva ragione: le donne interrompono sempre. S-e-m-p-r-e! Eppure lui non ha mai fatto un consiglio di classe… Dove, dei due uomini presenti, uno legge un libro per i fatti suoi, immaginando di essere su Saturno, e l’altro prende la parola per Zac! essere interrotto quattro secondi dopo da una donna. Tre, forse. Così chiude le palpebre e respira a fondo (credo mormorando Om ShantiOm Shanti…). Poi ci riprova ma Zac!, e ancora e ancora finché si stufa. O si incazza. O esce a parlare col bidello.
Anch’io, si sa, parlo spesso col bidello, sperando che tiri fuori quella storia dello skipass scontato. Niente da fare. Ma quali nuove meraviglie scopro… (altro…)


Tirare a campà… Tra gli astuccetti

Ebbene sì. Più nolente che volente, sto iniziando a conoscere la natura dei dissapori tra i docenti. Il mio informatore – il bidello pro sci scontato – vuole mettermi in guardia. Vedrai, scoprirai, ti accorgerai…, ripete. Il suo consiglio è chiaro: tu stai sulle tue. La morale, anche: qui se tira a campà. In mensa però è dura tirare a campà, durissima. Lì è vietato parlare. Bisogna urlare. Solo io e la dread-prof possiamo fare un’eccezione, conversando a un tono normale. Ma è tutto un imbroglio perché non ci sentiamo, siamo come pesci rossi in un acquario assordante: le nostre labbra si muovono ma non ci arriva alcun suono. Solo gli strilli dei mocciosi che potrebbero uccidere per una crocchetta di patate. Bisognerebbe eliminarle dai menù scolastici, le crocchette di patate. Davvero.
In classe, invece, tirare a campà sembra possibile. 3Oggi abbiamo letto alcuni brani – ritratti di ragazzini – e ne abbiamo discusso. Per trarne che. Entrambi i gemelli (copione! copione te!) avrebbero preferito chiamarsi Nicolò o Nicola o Nicolas. Jessica avrebbe voluto essere Jennifer e il bambino minuscolo tutto dentoni, Ugo (perché è un nome corto). Per quanto riguarda i soprannomi, ho capito che ci sono diversi nani e germi in circolazione, più qualche castoro. Anche un Asdrubale (femmina) e una Genoveffa (maschio). Nonché un’Apparecchia (perché porto tre apparecchi, uno sopra uno sotto uno di notte). In compenso, nessun Ciccio Bomba ha fiatato. Una bambina, che il primo giorno avevo preso per un maschio, alla fine si è avvicinata, chiedendomi: Te vuoi essere un ragazzo o una ragazza? Io un ragazzo ma non posso dirlo agli altri sennò mi prendono in giro. Allora, te chi vuoi essere? (altro…)