Archivi mensili: Ottobre 2012


Pota, la nota no

Due notizie.
La prima è che una neve meraviglia ha imbiancato i monti, per la gioia mia e dei nani. Ora loro stanno sempre col naso fuori dalla finestra a verseggiare: Resisti oh neve, non scioglierti al sole, resisti oh neve…11 Io invece piagnucolo di fronte alla vettura da dissotterrare. La guardo spaesata, faccio un buco sul vetro coi guanti da sci e parto… Rispondendo alla chiamata di un’amica: Sì sì, sono io quella che è appena passata ricoperta di neve!
La seconda notizia è che Annette ci ha messo lo zampino. Già, Ugo non è finito in collegio. Ieri era a scuola. A scuola, ma senza diario. Però l’hai fatta firmare, la nota? dico io, nella rassegnata attesa della menzogna. No! rispondono lui e le maxi palette, candide. Come no, Ugo? Pota profe, poi le prendo… Ti prego, la prego, non posso farla firmare! Ti prego… Si alza, corre verso di me con le mani giunte, s’inginocchia: ti preeego! Come di consueto, io strabuzzo gli occhi. Intanto il gemello Emme Frangia mi mostra la sua, di nota firmata per mancanza di compiti e poi si affretta a copiare i compiti del giorno dalla sua vicina.
Nelle ore insieme, Ugo mostra grande partecipazione. Vuole farsi perdonare. Profe, né che la fonna del pirata si chiama piratessa? sarà una delle sue ventisette domande. Sosterrà pure di aver capito la morale della favola letta: i piccoli sono più intelligenti dei grandi. Dall’allegrissimo spalancamento del becco, è chiaro che si sente molto piccolo. È chiaro anche che questa non è la giusta morale. Ma lui non molla. (altro…)


Ad alto rischio collegio

Alla prossima nota, mia mamma mi manda in collegio. Così dice Ugo, all’inizio della settimana, senza che le sue maxi palette si aprano nel solito sorriso. Tace, mentre i compagni solidali fanno nooo! e il gemello Emme Frangia dichiara allora vengo anch’io. Tace ancora, mentre io mi perdo nell’immagine di lui in collegio e di questa classe senza di lui, poi nella domanda: Annette chi seguirebbe, Ugo o noi? D’un tratto, mi tira un calcio sullo stinco (mai mettersi di fronte al banco di Ugo e alle sue gambette ipereccitate) e tutto torna alla normalità: lesioni permanenti ai timpani, guerriglie per un raviolo in più in mensa e il ritiro di forbici-colle-poster-letterine d’ammore per il mio Kele ♥♥♥. La bambina Quesito bussa alla mia spalla almeno un milione di volte, per domande sempre urgentissime… Te sei mai andata dappertutto? Io sì, in Svezia… Te sai fare questo verso coi denti? Io sì, senti… Te preferisci il caffè o la cioccolata? Io la cioccolata ma il Luca il caffè, lo sapevi? Te lo sai cosa mi ha fatto lui? Mi ha fatto così… E mi strattona forte il maglione, prima di leggere il mio sguardo stupefatto e correre al posto (e se avesse ricevuto un pugno dal compagno, dico io?!).
Fuori, un sorprendente sole primaverile (che porta in aula bestiole volanti, affettate con cura dalle forbici ferocissime dei nani) poi pioggia e pioggia sui boschi multicolor. 10Dentro, noi alle prese con i nomi collettivi e individuali, i personaggi dell’Iliade, le favole rivisitate dai ragazzetti. C’è chi trova un nuovo finale curioso, chi arguto, chi strampalato. Poi ci sono i gemelli, che terminano la favola, l’uno con una scoreggia, l’altro con una cacca gigante. Infine c’è Ugo, che ci regala la trasformazione dell’agnello in Super Agnello poi in Lupo Mannaro e la distruzione, in ordine: della Terra, del Sole, della Luna, di Marte e di tutti gli alieni dell’universo. Allegato al testo, un disegno splatter. Allegato all’allegato, un sorriso di nuovo da cinquanta dentoni. (altro…)


I miei desideri, le mie paure

Siccome i miei desideri sono tanti mentre le mie paure ne ho poche, qui si scriverà poco di paure. Si segnala solo che a undici anni, con o senza Annette, i timori più frequenti sono: la perdita della famiglia, il buio, i ladri, i ragni (ma ho paura anche un po’ dei lupi, dei fantasmi, degli alieni, del diavolo e l’inferno. Di S. Lucia solo fino a un anno e mezzo fa, da quando ho scoperto che sono i genitori mi sono tranquillizzata).
Per quanto riguarda i desideri, non ho molti desideri da dire, anche perché i più tanti non li voglio dire. Comunque. Io vorrei che la mia vita andasse proprio come vorrei. Cioè? Che il mondo non faccia più le guerre. Che non ci siano le malattie mortali. Vorrei non morire mai. Poi vorrei creare una famiglia con figli sani e intelligienti di nome Federico e Emma oppure Rebecca, Alessia, Federico oppure Federico, Andrea, Alessia… dipende. Anch’io che sono un maschio e che me ne frego dei nomi, vorrei avere una bella casa, dei figli, una moglie. Anzi, percheno una bella moglie (come Elisa). So che per avere tutte queste belle cose dovrò impegnarmi e studiare molto ma se non potrò averle cercherò di andare avanti nella vita lostesso senza pensarci troppo (come adesso con le virgole).
9Non è finita! Vorrei avere un cavallo. Un cane come se fosse un batuffolo di lana. In alternativa ci sarebbe il gatto. Vorrei anche una casa di cioccolato e una su un albero. Un desiderio che forse si realizzerà è quello di avere uno scoiattolo. (altro…)


Tra scimmie e mucche… I libri

L’altro giorno, sono entrata in classe con uno scatolone di libri per le scimmie urlatrici. (Sì, è una buona notizia: anche le scimmie urlatrici leggono.) Inizialmente, avevo pensato di portare una lista di libri, ma mi sono subito figurata Emme Cresta dirmi Pota profe, non ho soldi per comprare un libro, ho dovuto prendere una scaletta per baciare le tipe stanghe, una scaletta strabella eh, piena di brillantini verdi in tinta col mio orecchino e… Poi ho immaginato Emme Frangia aggiungere No, non esistono biblioteche qui, ok forse sì, ma mica pensavo prestassero libri, comunque lo sa che domenica abbiamo vinto la partita e bla bla bla… Ho perfino visto due piedini spuntare da uno zaino gigante: Ugo era tuffato a testa in giù alla ricerca del libro perduto. No no, niente lista. Allora ho osservato le decine di copie della scuola de I ragazzi della via Pal e ho pensato a una lettura collettiva, ma ecco reminiscenze di un’infanzia con squarci narcolettici (la voce paterna, il libro Cuore, quest’altro sonnifero ungherese…). 8Insomma. Unica soluzione trovata, presentarmi con 25 libri della biblioteca cittadina. I ragazzetti hanno accolto benone la novità, mostrandosi eccitati come – indovina indovinello – scimmiette urlatrici. (Ancora una buona notizia: le scimmie urlatrici possono eccitarsi anche per i libri)
Prima della consegna, però, alcuni chiarimenti. Questi libri sono della biblioteca, li ho presi a mio nome, trattateli bene – avverto. E subito, Emme Frangia: Ah ma profe, sarà dura, noi abbiamo una sorellina piccola, quindi… Naturalmente i gemelli non hanno sorelle, figuriamoci se non lo so. Mio malgrado, so perfino quanti caffè beve al giorno la loro audace genitrice, come potrei non sapere che ha messo al mondo quattro figli, tutti maschi, tutti della stessa stoffa (urticante)? (altro…)


Pane burro e cuoricini

Un pomeriggio a settimana, gli amici di Annette hanno due ore di laboratorio con me. Per ora, cineforum. Con il primo film – Billy Elliot – non ci sono stati problemi, anzi, è piaciuto moltissimo. Abbiamo fatto anche un bel cartellone con disegni e pensierini tipo Il film mi a emozionato perché e BELLO lo voglio rivedere, bisogna seguire i tuoi SOGNI e avere CORAGGIO sempre, viva la DANZAAA! Col secondo film, la faccenda si è complicata: volevano sceglierlo loro. E così un giorno… Profe! Ci fai vedere Titanic?! Ti prego! La prego! Sììì, Titanic, sììì! Mi ha spiazzata, questa storia di Titanic. Non ricordavo che la prima media fosse un’età tanto romantica. Eppure la classe ora è in subbuglio, maledetto tramonto sulla prua… Per mostrarmi il coinvolgimento, il gemello Emme Frangia quasi si rotola per terra, il gemello Emme Cresta mi spalaca davanti un poster di un perfetto sconosciuto dallo sguardo fluo (Lo guardi profe, i suoi occhi verdi sono per lei!) e un altro mi porta il dvd, sorridendo ammiccante. Intorno, tutti vociano Titanic! Titanic! Titanic! Sono spiazzata, davvero. Quasi più di qualche mese fa, quando gli aspiranti meccanici volevano convincermi a guardare in classe l’ultimo American Pie e tiravano giù dall’armadio la loro scorta di calendari, sbattendomi in faccia le tette giganti delle adoratissime.
Alla fine abbiamo visto Forrest Gump. Grande disappunto iniziale. Poi arriva la frase Da quel giorno siamo sempre insieme Jenny e io, come il pane e il burro e i ragazzetti iniziano a perdonarmi. Ma mi perdonano del tutto solo alla scena in cui Jenny e Forrest si rincontrano al grande raduno pacifista, dopo il ritorno di lui dal Vietnam. Eh già. (altro…)