Archivi giornalieri: Settembre 25, 2012


D’improvviso, le medie sui monti

Mi hanno offerto una supplenza fino ad avente diritto alle medie. Perché non mi monti la testa scambiandolo per un vero lavoro, sarà mezza cattedra. Perché non sia troppo comodo, sarà in montagna (nella montagna delle mie vacanze e, in parte, delle mie origini). Accetto. Ma resto tutta la domenica aggrappata come una scimmietta al moroso, ripetendo piagnucolante: Credo di essere malata… Sì, devo proprio essere malata… Peccato, non potrò partire… Peccato. Naturalmente parto. Proprio felice! Perché a me piace guidare, sì sì, le curve, le gallerie i tornanti, wow!, e poi il muso delle macchine gradasse infilate quasi nel mio baule, i camper lumachina, le corriere gigantissime che forse mi calpesteranno, woow!!! In ogni caso, avevo un solo bivio a cui fare attenzione e l’ho sbagliato. E un attimo prima di vedere la meta, pouf!, vedo la paletta dei carabinieri. Ma io non mi accosto: no, io parcheggio. Chissà perché. Loro sorridono. Mi mordo la lingua per non chiedere, come al solito, scusi ho sbagliato qualcosa? e favorisco la patente. Ma il libretto… C’è sempre il mistero di questo libretto che poi è una specie di foglio che mi confonde e non trovo mai. Forse è nuova l’auto, signorina?, mi viene in aiuto uno dei due carabinieri. Non esattamente, dico io, mostrandogli cose a caso… Finalmente lo troviamo, il misterioso libretto. Ma lei – mi chiede l’altro, ridandomi la patente – non ha mica un parente in marina, battaglione S. Marco, Brindisi? Questa poi… Non credo, ma mi informerò… Voi invece non sapreste dirmi dove sono le scuole? Ah ma lei è un’insegnante? Sì, io sono la supplente! Inizio domani! Ah ma dove sta e bla bla bla… Che fortuna iniziare subito a conoscere gli indigeni! Peccato solo non avere un parente marinaio, mi sarebbe piaciuto.
Poi è tutto un alternarsi di gioia e panico. Domani si ricomincia, che gioia! Ma perché là sui i monti con Annette? Ed è il panico. Queste montagne così familiari, che gioia. Ma perché proprio alle medie, il panico. Il rumore del fiume, che gioia. La piazza deserta, il parcheggio del condominio vuoto, le luci tutte spente, il panico. Il profumo pungente dell’aria, che gioia. Il freddo pungente dell’aria, il panico. Il vino rosso, che gioia. Lo scolapasta per sette persone con dentro i miei tre solitari chicchi di riso, il panico… (altro…)