gli aspiranti meccanici, riflessioni


Per adesso non penso al futuro, penso a divertirmi e a concentrarmi sulla scuola (!!!) perché per avere un buon futuro bisogna avere un ottimo presente.
(Stupore e turbamento per l’altissima riflessione. Poi una collega sentenzia: l’avrà copiata da internet, sicuro. Mai parlare con le colleghe, mai! )

Ho capito, sai. Loro, tutti loro, si sono arresi al sistema, sono diventati schiavi della monotonia.
(Schiavi della monotonia… Ha davvero scritto schiavi della monotonia! L’has mekk è un poeta (angosciato) e non lo sa.)

Questo film mi è piaciuto perché è riuscito a guardare oltre le apparenze dell’umanità e far avere un momento di riflessione psicologica interiore
(Non solo un momento di riflessione. Ma anche di riflessione psicologica. Addirittura di riflessione psicologica interiore. Che film!)

Questo film mi è piaciuto perché è un bel film.
(Tiè!)

Io non mi sento italiano perché non voglio essere paragonato ai ladri che ci rappresentano.
(Tanto disincanto a soli sedici anni… E a trenta che succede?)

Io non sono razzista ma mi da un po’ fastidio che in Italia c’è gente di altri paesi.
(Ossia. Io non sono razzista ma sono un po’ razzista.)

Di fisso non siamo una classe normale ma a stare coi pazzi diventi pazzo.
(Molto preoccupata… Di fisso sto diventando pazza!) La situazione nella mia classe è molto violenta ma io sono tranquillo.
La situazione nella mia classe è molto tranquilla ma io me ne frego .
La situazione nella mia classe è molto vivace ma io sono partecipe.
(Ma come diavolo è la situazione nella mia classe?!)

Faccio determinate azioni perché mi vengono spontanee. Anche se agli occhi di un insegnante posso sembrare scorretto, io mi vedo corretto secondo la mia coscienza. Non posso placare i miei istinti, non sarei più io. Alla fine siamo giovani vivaci simpatici e bravi. Abbiamo ottime qualità.
(Tipo un ego spropositato e la tendenza a dichiarare il falso.)

Profe, da oggi in classe non gioco più a carte, non mangio, non chiacchiero, non prendo più in giro a lei. Profe, per dona mi per fa vore. I’m very sorry.
(Ha mentito. Ma io lo ho per do na to.)

Chiedo la restituzione del mio cappello chiedendo scusa per averlo indossato durante la lezione, essendo colpevole di un gesto irrispettoso chiedo umilmente scusa e spero nell’accettazione delle mie scuse e nella restituzione del mio cappello. Prometto di non indossarlo più durante la sua ora.
(Segue disegno del cappello, formato grande.)

Prof.ssa, le chiedo scusa per averle mancato di rispetto e avere messo il cappellino in classe nonostante i suoi ripetuti richiami. Le prometto che non ripeterò più un comportamento del genere nei suoi confronti. Il suo alunno B.
(Segue disegno del cappello, formato medio.)

Professoressa le chiedo scusa di avere messo la cuffia e non la metterò più in classe.
(Segue disegno della cuffia, formato piccolo. Si allega cuoricino.)

Professoressa, le dedico una poesia: lei è bella come la luna di giorno, simpatica come il sole di notte, gentile come la neve d’estate.
(È ufficiale: gli h’as mekk MI AMANO!!!)

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