scorci


Je suis Charlie 1

Stamattina, a scuola, un collega mi ha detto che quando gli capita di vedere, nelle strade della nostra multietnica città, un uomo musulmano con la barba lunga, lui un po’ di paura ce l’ha. Mi ha detto anche che la sua amica americana giura che nel suo Paese non sarebbe possibile bloccare una via intera per chiedere la costruzione di una moschea, come ha fatto la comunità islamica a Milano, ché nel suo Paese la gente scende per strada e spara a chi protesta bloccando una via. E me l’ha detto come se fosse una buona notizia. (altro…)


Il corteggiamento delle rane coqui

Ero sulla terrazza del bar Picchio.

Nonostante il tempo incerto, respiravo una bell’aria marina e in bocca avevo ancora un gusto decisamente Illy. Di fronte a me, una distesa di sabbia chiara ombrelloni bicolori e in fondo una striscia di mare azzurro.

distesa di...Avrei voluto chiamare Gianpazienza per condividere tanta bellezza, ma non potevo: Dante del bagno numero 32 oggi compiva gli anni, tuonava alle mie spalle il megafono di Publiphono. Impossibile pensare di telefonare. Va be’, tanto io ora ho da fare con Guy Delisle. (altro…)


Io, lui e la bionda

– Tu sei pazza! – ha esclamato mia mamma, sconcertata, quando le ho chiesto se lei e mio papà ci avrebbero tenuto il cane per una settimana.

cagnolotta

– Io te lo terrei anche – ha sospirato, più tardi, mio papà – è che in ambulatorio proprio non la fanno entrare

– Magari la prossima volta – ha dichiarato con garbo la mamma di Gianpazienza.

– Fosse stato solo per tre giorni! – ha affermato, partecipe, mia zia.

Niente da fare. La famiglia non ci stava. Al nostro amico dog friendly non abbiamo osato chiedere: aveva già dato un mese e mezzo prima e mica si può abusare.

Eppure ci era sembrata un’ottima idea accogliere l’invito della cugina di Gianpazienza a raggiungerla a Creta agli albori dell’estate, quando il Mediterraneo ancora non è ressa e caldo feroce, e non ci era parso uno scoglio così alto, in quel felice quadretto marittimo, piazzare il cane ai nostri cari… E invece. (altro…)


Quando guido con Gianpazienza a fianco 4

Quando guido con Gianpazienza a fianco, di solito io parlo e lui tace. Tace con quell’aria vagamente imbarazzata, gli occhi fissi sulla strada. Io parlo e lui non ascolta, poi, d’un tratto, rompe il silenzio:

– La tua auto è sempre in riserva, davvero eh, non l’ho mai vista senza la spia accesa…

Io guido e lui di nuovo tace, poi di colpo urla:

– Frenaaaaa!!! – e non che io avessi intenzione di non farlo.

Illustrazione di Erik Kriek

Illustrazione di Erik Kriek

Quando guido con Gianpazienza a fianco, io parlo e lui non ascolta, sta pensando ad altro, tipo che mi sono fermata troppo vicino alla macchina davanti e siamo in salita e se quella nel ripartire va un po’ indietro mi verrà contro e sarà colpa mia. Io allora a quel semaforo mi taccio, in modo che lui possa dirmi:

– Ah ma vedo che sei ottimista, eh già, ma lo sai che se quello davanti nel ripartire… (altro…)


Non sempre la merda è una notizia?

C’era un volta mio papà che leggeva la Repubblica. altan_scalfari_espressoFin dalla notte dei tempi, dovete sapere, mio papà legge la Repubblica. Dal 14 gennaio 1976 ad oggi, tutti i giorni per lunghi momenti, lui ha la testa infilata dentro il formato tabloid del secondo quotidiano d’Italia. E badate bene, tutti i giorni significa tutti i giorni a parte quando è in viaggio, ma quando è via lo fa comprare a me e recupera al ritorno. Quante telefonate dall’aeroporto mi ha fatto mio papà a causa di Eugenio Scalfari, io non saprei dirvi. (altro…)