Un discreto baccano 1


In questi mesi di silenzio, a scuola c’è stato un discreto baccano. E sono capitate molte cose.

C’è stata una giornata di assemblea studentesca per decidere di un’eventuale autogestione, che poi non si è fatta. L’incontro si è svolto in aula magna, con l’eccezionale presenza della preside (che di solito sta nell’altro plesso).
Naturalmente, il clima è stato pacato. Prima frase sentita appena entrata: Io la mangio, quella nana. Seconda: Succhiamelo. (Quello che invece ha sibilato a noi insegnanti la preside prima di andarsene non lo riporterò.)
Ho comunque avuto modo di scambiare qualche chiacchiera stimolante con alcuni studenti: Profe, sono andato a vedere “Cinquanta sfumature di grigio”… Certo che mi è piaciuto! Cioè, non è che scopano solo, c’è anche una storia dietro.

...C'è anche una storia dietro!

…C’è anche una storia dietro!

A proposito di film, ne abbiamo visto alcuni insieme, io e i ragazzi. Due scelti da me, uno da loro.
Il primo è stato interrotto causa diffuso disinteresse e atteggiamenti molesti, in particolare verso D.: Guardalo, profe, fa schifo, scoreggia come una locomotiva… Ha la testa grossa, io non mi fido di chi ha la testa grossa e poi giuro che mi guarda male… Guardalo profe, ha la sborra sul culo, quel segaiolo (macché giallo, nero, pakistano, a scuola il ragazzo più preso di mira è italiano, piccolo e grassoccio). Spento il film, siamo tornati in classe. Nel breve tragitto, due ragazzi hanno acceso la musica ad altissimo volume e fatto rissa con un professore, con tanto di spintoni, minacce gridate e un finale in bellezza dalla preside.
Un qualche miglioramento, però, si è riscontrato al secondo film, che è stato visto fino alla fine. Certo, l’atmosfera è stata tutta garbo (ma quando scopano fi’?) e cortesia (lo so come finisce… Questa puttana muore) e alla visione è seguita pure una svelta, ma incisiva, discussione (Mi ha fatto cagare, ma proprio cagare, profe).
Preso atto che i bianchi, lo giuro, sono tutti down, deboli figa, solo i napoletani sono un po’ gnecchi, al terzo tentativo si è optato per un film da negri, scelto dai ragazzi. Un vecchio film che io avevo visto al cinema più o meno un secolo fa e che è piaciuto a tutti: loro si sono subito immedesimati, io, onestamente, ho fatto un po’ più di fatica, essendo la protagonista Michelle Pfeiffer. Due, alla fine, le grandi questioni sollevate:
1. Ma perché nella nostra scuola non ci sono le ragazze, fi’?
2. Hai visto profe, le nonne negre sono sempre incazzate!

In questi mesi, ho conosciuto meglio i miei studenti.
Li ho visti scherzare, picchiarsi, sbadigliare, mangiare, di tanto in tanto perfino lavorare. E ho capito il ruolo fondamentale che riveste il pollo nelle loro mattine…
Ci sta il pollo adesso…
Certo che porto il pollo, tu porti il pane e io il pollo…
Come sono razzista? Se ero razzista, dividevo il pollo con te?
Tu sei gentile con me solo quando porto il pollo, vecio…
Ho visto ragazzi entrare a scuola in ritardo causa lavoretti di carico e scarico o giro in questura a spiegare come mai non avessero mostrato i documenti sull’autobus. Li ho visti uscire in anticipo per iniziare il turno al call center. Non li ho più visti, arresi dopo l’ennesima sospensione o immersi in un lavoro saltato fuori di colpo.
Li ho sentiti leggere, ma mai a lungo, ché se intorno diventa imporno e se un condominio di otto appartamenti diventa un comodino di otto appartamenti, capite che non è facile farli proseguire. Li ho visti ascoltarmi (o almeno così mi è parso), ma mai a lungo, ché se io dico selvaggina e loro capiscono vagina, se quasi a assomiglia a quassia, parolaccia ghanese, capite che la faccenda si fa ardua.

LaQuestioneSiFaArdua
Li ho visti fare lezioni di rimorchio, mettersi la crema per le mani, inondarsi di deodorante, pettinarsi specchiandosi nel cellulare, poi alzare la testa e dire sorridendo: Profe io la amo, come la mettiamo?
Li ho ascoltati, raccogliendo frammenti di storie fino a comporre un quadro di dolori nascosti dietro a larghi sorrisi. Gli occhi lucidi, mentre dicono: A casa abbiamo dei problemi. Un grasie dal cuore, quando gli regali un po’ d’attenzione. Sei la mia best, quando t’incontrano in corridoio.

In questi mesi di silenzio, a scuola c’è stato un discreto baccano. E sono capitate molte altre cose, che forse vi racconterò.


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Un commento su “Un discreto baccano

  • mario baldoli

    Getta la maschera, Bea! tu lavori per il controspionaggio Isis o quello renziano. Hai lanciato con freddo cinismo una nuvola spessa di ormoni – sembra cromatina diossica- con lo scopo di travolgere le nostre resistenze illuministe. L’operazione riesce, l’ordine, Perdio! scorreggia e spiritualmente siamo col culo alle terre. Annullati i nostri ritmi, il tuo procedimento va al sodo. La nuvola ormonica ci investe (sarebbe anche divertente), no! ci soffocherà. Drogàti, avremo bisogno di una razione sempre più forte. Nuovi ormoni, ormai coagulati come mazze da baseball ci piomberanno di traverso ai siti. Da ultimo la grande rete ci prende, il pescatore ci vende, ma a chi? Il patron è Isis o Renzi? Chi ti paga? Per chi lavori? Per ambedue, è chiaro. Solo G9 resiste e apre buchi retinichi.