10 (buone?) ragioni per non fare l’insegnante
Dover interrogare.
Rendersi conto che l’unica cosa che conta, per il Grande Sonnambulo, è il voto.
Affliggersi per il disinteresse degli adolescenti, e forse dell’umanità tutta, verso la punteggiatura.
Leggere nei temi sempre la stessa solfa, che può essere – a seconda dell’angolazione – una generalizzazione, uno stereotipo, una falsa credenza, ma che è – da ogni angolazione – una colossale cazzata… Leggere, cioè: Gli insegnanti vengono a scuola solo per percepire lo stipendio.
Scoprire sempre il giorno stesso che ci sono le riunioni il pomeriggio (“Ciao! Mangiamo insieme, che poi ci sono le riunioni per materia?” “Scusa?” “Sì! Le riunioni per materia! Ma tu leggi mai le circolari?” “Circolari?”).
Chiedersi se esista almeno un punto nell’ordine del giorno di una riunione che interessi il supplente (rispondersi di no).
Ascoltare discorsi stucchevoli sui ragazzi che arrivano alle superiori senza i prerequisiti: saper ascoltare, esporre, scrivere.
Fare un discreto sbattimento per organizzare un’uscita didattica con due classi e poi scoprire che: una classe (la preferita) non verrà perché in punizione; più di un terzo dell’altra classe (quella dello squash) (dello squash, non so se mi spiego) non verrà perché non c’ho voglia.
Avere a che fare con gli adolescenti.
Sorprendersi ogni giorno, a scuola. Soffrire forse un po’ troppo.
10 (buone?) ragioni per fare l’insegnante
Poter interrogare sui cerchioni dell’Inferno dantesco.
Rendersi conto che il Grande Sonnambulo, per via del voto, è costretto a un certo sforzo cerebrale, comunque benefico.
Causa indifferenza planetaria verso la punteggiatura, rileggere Virgole per caso di Lynne Truss.
Ritenere lo stipendio un valido motivo per accettare supplenze.
Non saltare le riunioni, pur scoprendone l’esistenza solo il giorno stesso.
Imparare nuove cose (perfino interessanti) da una riunione che non ha nell’ordine del giorno neppure un punto che interessi il supplente.
Accorgersi che i discorsi stucchevoli sui prerequisiti stufano più o meno tutti e che grazie al cielo possono interrompersi (per esempio, causa telefonata di una moglie preoccupata per il frigo rotto) (che poi se il tecnico chiede 160 euro per cambiare il timer, a quel punto tanto vale cambiarlo, il frigo).
Fare un’uscita didattica (forse da sola).
Avere a che fare con gli adolescenti.
Sorprendersi ogni giorno, a scuola. Sorridere sempre molto.
Cara BaoBea,
Io adoro la punteggiatura! In particolare lotto per contrastare l’estinzione del punto e virgola; non credere all’indifferenza cosmica nei confronti della punteggiatura. Per favore.
Adotta anche tu un punto e virgola.
🙂
Ps
E poi, senza punteggiatura, come potremmo fare gli emoticon?
Che bellezza, Vale!
Da piccola, avevo due pesci rossi che si chiamavano Punto e Virgola; è il mio segno di punteggiatura preferito.
Allora lancerò la tua campagna adozioni tra i Grandi Sonnambuli. Speriamo! 🙂