Annette coi rasta. E il Suv!


Alle spalle, ho una sola supplenza di lettere alle medie. Delle tre settimane che ho fatto, ne ricordo due e tre quarti passate a disperarmi. Ma proprio a disperarmi. Letteralmente a disperarmi. La prima volta che mi è spuntata una lacrima è stata quando ho visto il registro. Il registro! Pagine e pagine di linee da compilare e quadretti da sbarrare e abilità in ingresso e conoscenze in itinere e valutazioni sintetiche e riflessioni in corso d’anno… Ho pensato che non ce l’avrei mai fatta. Poi ho visto il programma e mi sono detta: ah sì? Ho conosciuto le classi e ho pensato: ma davvero? Ho incontrato i colleghi – di solito veterani stremati infuriati disgustati – e mi sono chiesta: perché? Quando finalmente ho smesso di disperarmi, la supplenza è finita. E io ho perso la memoria. Perciò ho accettato questo incarico e ora mi trovo là sui monti con Annette. Anche se Annette, ne sono certa, si sta incazzando… Vuole un po’ di onestà. Qui i bambini, sì, amano lavorare il legno e sono un po’ isolati (tipo che non hanno mai avuto un compagno di nome Singh Gurpreet), però col cavolo che vanno in giro con l’asinello (e che il cielo è sempre blu, tra l’altro). Qui solo i Suv possono circolare. Certo, di tanto in tanto si fa uno strappo alla regola per una Bmw. Ma lo strappo dello strappo è solo per le Pande (vecchie e nuove) degli insegnanti (vecchi e nuovi). In ogni caso, la dimensione paese si è mantenuta intatta e io sono ancora nella fase dello sbigottimento. Non ho capito bene se mi potrà aiutare con l’analisi grammaticale o con le tipologia narrative, ma il mio bagaglio per ora si è arricchito delle seguenti informazioni: quanti caffè alla settimana la mamma di Tizio beve al bar; da quanto tempo i genitori di Caio dormono in letti separati; quanti soldi spende in sigarette la mamma di Sempronio; qual è il soprannome, da generazioni, della famiglia di Pinco; quanto mi stuferà per via dei compiti la mamma di Pallino; da quanti anni durano i dissapori tra i docenti della scuola. La natura di questi dissapori mi è ancora ignota, ma ritengo che ci siano ottime possibilità di conoscerla presto. Comunque. I miei personaggi preferiti, per adesso, sono due. Il primo faro nelle nubi è il bidello, davvero squisito, che vuole farmi sciare con lo sconto e che è lo zio (cioè il fratello della mia mamma) di un mio alunno (che me l’ha raccontato nel tema). Vivono entrambi in un paesello minuscolo e magnifico, in alto in alto. Bisognerebbe chiedere ad Annette ma sospetto che siano gli unici due abitanti, lassù. La seconda è la mia vetta di luce: un’insegnante di educazione fisica, una bella signora over 50 dal fisico statuario con una figlia quasi della mia età. Con un abbigliamento very sporty-metropolitano. E una chioma di dread ossigenati lunga fino al sedere. Non so se mi spiego… Una signora. Coi dread. Ossigenati. A scuola! Sui monti!!! La prima volta che l’ho adocchiata era incazzata nera, urlava più o meno da sola, e non mi ha vista. Cioè mi guardava senza vedermi. Lo fanno spesso qui. All’inizio quelli di città sono trasparenti, poi pian piano prendono corpo e tutto va bene. Io invece la guardavo a bocca aperta, incredula. Perché era proprio l’ultima persona che mi sarei figurata in un posto del genere. Più tardi è stata costretta ad accorgersi di me perché eravamo sedute vicine in mensa, dove entrambe abbiamo perso l’udito al primo tortello. Dopo un’ora con lei, ho pensato alla fortuna di questi ragazzini costretti a sgambettare in palestra insieme a una meravigliosa marziana.
Per quanto riguarda i mocciosi, per adesso sembrano carini. Voglio dire. Quando fra loro cantilenano Pota certo, è innamorato, io penso che comunque ne ho fatta di strada da Figa vecio che sfigato non sarai mica innamorato inchilà, cazzo hai detto frocio, tua sorella figa degli aspiranti meccanici… Quando, durante un film, si spanciano dalle risate per una battuta stile Smettila di fare la suocera, ahahah la suocera, hai sentito, la suocera ahahah… Quando il nanetto con la cresta e l’orecchino si contorce rosso e ridacchiante perché la bambina del film ha chiesto al suo amoroso Vuoi che ti faccio vedere la patatina?… Dai, sono proprio carini. Così almeno dice Annette, che non ha perso l’udito causa tortelli ed è ancora sui monti. Io, in pausa cittadina, mi metterò in costume da bagno per festeggiare felice il caldissimo sole!

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