Settembre, il (non) lavoro 3


Quattro amiche, la domenica. Stessa età, stessa università, ora in città diverse. Come sempre, si parla di un sacco di cose. Di viaggi, per esempio. Di progetti, di crucci, di eventi. Ma anche di quanto, esattamente, è bello il mio vestito a righe o di quanto, all’incirca, è grande la pazienza dei nostri morosi/mariti e se si tratta davvero di virtù o di mera sopravvivenza. Poi ecco, inevitabile, l’aggiornamento sul (non) lavoro.
Tra di noi, una ora ha un incarico che le piace, non fosse che lavora troppo ed è pagata poco e il suo contratto ha sempre una scadenza, accompagnata dal solito monito: “Se dobbiamo tagliare, sei la prima che salta… Perché tu sei sostituibile, non dimenticarlo”. E se a dirlo è l’assuntissima e insostituibile figlia del capo, altrimenti detta La Troia, non resta che crederci.
Un’altra – specializzata in avvincenti stage non retribuiti – ora ripete “chi l’avrebbe mai detto che sarei finita a lavorare in un negozio”, però lo dice sorridendo, perché è un negozio bellissimo e finalmente ha un contratto. Pare mal retribuito e a progetto, ma tant’è. E comunque, “a me piace fare le vetrine”.
Un’altra attende di sapere il calendario delle nomine per scoprire se, quando, dove insegnerà quest’anno. E il giorno delle nomine sarà una giornataccia, ore di nervosa attesa e un solo istante per scegliere una tra le cattedre rimaste, se rimaste.
Un’altra non ha molto da dire, se non che adesso ha tanto tempo libero.
E mentre parliamo di (non) lavoro, giochiamo con la bimba di una di noi, che la vita è più bella dei contratti e c’è addirittura chi fa figli. Parliamo e parliamo, incerte se indignarci o sentirci più fortunate di prima, di altri. Perché, nonostante i moniti dell’assuntissima Troia, si riesce ancora a pagare il mutuo. Perché è bello fare le vetrine e tanti non hanno neppure i requisiti per viverla, la giornataccia delle nomine. Perché non è male il tempo libero e c’è chi è senza lavoro ma anche senza casa o amore o amici.

Punti di vista, insomma.
Ma a settembre quando piove, il (non) lavoro, che fatica.


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