Baobaci perugini


Quando Baobea non si raccapezza e perfino dall’alto del suo baobab il mondo le appare nebuloso, è il momento. Il momento di aprire il suo Zaino Formazione e infilarci dentro un altro corso, qualcosa di estremamente interessante e rigorosamente non spendibile sul mercato del lavoro. C’è chi colleziona francobolli e chi titoli inutili, ebbene sì! Baobea, insomma, non ha resistito alla tentazione ed è partita. Destinazione: Università per Stranieri di Perugia, per una settimana di corso di aggiornamento glottodidattico per insegnanti di italiano a stranieri.

Queste le dieci notizie più rilevanti, in ordine di importanza.
1. A Perugia c’è il distributore… di baci perugina!!!

distributore (finto) perugina

distributore (finto) perugina

2. Le brioches sono così traboccanti di marmellata che mangiarle è una vera impresa, oltre che una delizia. Se si è abituati allo sputino lombardo, il rischio è di restare sconvolti tutta la giornata.
3. A Perugia ci si sposta in ascensore!4. Arrivare a Perugia in treno è complicato, bisogna cambiare e cambiare e cambiare. Da qualsiasi punto di partenza. In ogni caso, viaggiare sui treni italici è un’esperienza sempre stimolante. E mica solo per via dei regionali con finestrini rotti, porte rotte, riscaldamento rotto. O per le frecce con distinto ottuagenario panciotto e Repubblica, giapponesi mela rossa luccicante e leggins a pois, ragazza bionda occhiali viola che lascia Simone per telefono. Anche perché può capitare che all’andata Baobea dimentichi la valigia sul treno e al ritorno perda l’autobus per la stazione perché sta leggendo alla fermata e non lo vede passare. Può capitare, sì.
5. A Perugia c’è il sole una volta ogni sette giorni. Il giorno del ritorno, naturalmente. Ma quando la pioggia è in pausa, il cielo dipinto di nubi e guizzi di luce incanta.

cielo perugino

cielo perugino

6. Una pianta a stella a formare cinque borghi medievali, il centro-acropoli, l’arco etrusco, la rocca paolina, le porte, i vicoli, le scalinate, le mura, i palazzi, le chiese… E il panorama! Lanciare lo sguardo dall’alto, verso pezzi di città e di Umbria, posarlo sui tetti, i cipressi, i colori… Sì sì, Perugia è di una bellezza abbagliante, nonostante la pioggia.
7. Anche gli abitanti di Perugia sono belli e abbaglianti: Baobea ha conosciuto persone davvero in gamba.
8. I colleghi corsisti di Baobea erano sia italiani che stranieri. Dalla presentazione iniziale è emerso che. Gli italiani avevano una vita lavorativa sgarrupata come quella di Baobea e si pagavano l’aggiornamento. Gli stranieri, anche giovani, lavoravano per lo più in università in modo stabile ed erano a Perugia grazie a una borsa di studio. La giovine tunisina ha raccontato che lavora al dipartimento di italianistica dell’università con un contratto a tempo indeterminato. Baobea ha raccontato che, nell’ambito italiano L2, ha lavorato coi bambini, i ragazzi, gli adulti. Con gli studenti, i disoccupati, i cassaintegrati, i super manager. Ha lavorato in Francia per il Miur, a scuola per la scuola, a scuola per le cooperative, al Ctp come volontaria, ha lavorato nelle aziende per un istituto, in istituto per l’istituto, in istituto con i finanziamento della Regione… Baobea non ha concluso perché nel frattempo le era venuto mal di testa.
9. Tra i colleghi corsisti, si segnala ragazza macedone. Baobea l’ha subito avvicinata per dirle con fierezza che aveva festeggiato il nuovo anno nel suo Paese. Ragazza macedone si è sciolta in sorriso commosso: udire parole simili… Non le era mai capitato!

formica perugina

formica perugina

10. Il corso è stato estremamente interessante. Molti i docenti, quasi tutte donne. La preferita di Baobea è stata quella che considerava l’educazione, in particolare la classe, come un continuo esercizio di pratiche di libertà. Chi l’ha più stupita, però, è stato un uomo, durante l’osservazione di una sua lezione di italiano a venti ragazzi cinesi quasi debuttanti. Un pubblico difficilissimo: per cultura, carattere e distanza linguistica, farlo partecipare è una vera impresa. (D’altronde, Baobea, capitasse in Cina a imparare il mandarino, quante risate! Ammutolirebbe per l’eternità, probabilmente…). Nel tentativo di smummificare gli studenti, il professore ha cantato, mimato, disegnato, si è sdraiato sulla cattedra russando, ha parlato al telefono con Silvio Berlusconi. Chiamava Giggi i giovanotti e Giggia le giovanotte (provate voi a imparare 20 nomi cinesi, eh…). Un vero spettacolo.
Queste le conversazioni. Inizia il prof, osservando un’immagine.
– Cosa fa Laura?
– Forse pitore.
– Bravo Giggi! (il prof è entusiasta) Laura fa la pittrice. Perché Laura fa la pittrice?
– Pelché cololi.
– Bravo il mio Giggi! Perché sul letto ci sono i colori…
E poi.
– Cosa fa Laura?
– Laula mangia ciocolatina…
– Brava Giggia! (il prof continua ad essere entusiasta) Laura mangia i cioccolatini.
E ancora.
– Cosa fa Laura?
– Laula sogna la chitala e cantale una canzione.
– Bravi i miei bambini! (il prof esulta)

Che dire? Baobaci perugini, anche da Laula!

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