27. L’aspetto della comunicazione


Riguardo al mondo vegetariano/vegano, trovo l’aspetto della comunicazione davvero interessante. Mi incuriosisce da anni: da quando, cioè, ho iniziato a leggere sui giornali titoli quali: Undici mesi, figlio di vegani: ricoverato per malnutrizione oppure Vegetariano uccide la madre a coltellate per un pezzo di carne in frigo; da quando ho scoperto che se si scrive genitori vegani su Google il primo suggerimento è genitori vegani condannati e il secondo genitori vegani bambino morto; da quando ho visto, nel negozio di magliette al mare, quella con la scritta: Salva una pianta: mangia un vegano.

Quando m’imbatto in queste cose, mi sorgono alcune domande. Tipo: il problema è davvero la dieta o è il fanatismo di chi segue una certa dieta? È l’escludere la carne e i latticini o l’escludere la possibilità di informarsi per evitare carenze? Perché un giornale sceglie un titolo che neanche Lercio, omettendo il fatto che la persona vegetariana che ha accoltellato la madre soffriva di disagi psichici? Ok, fa sorridere la boutade di mangiare un vegano, ma chi indossa quella maglietta sa la differenza tra una pianta e una pecora o ha mai sentito parlare di sistema nervoso? E ancora, qual è il giovamento per l’umanità tutta che i mass media (e non solo) trasmettano l’idea che vegetariano/vegano significa pericolo?

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