Archivi mensili: Marzo 2014


Lui, lei e le favole a rovescio

E così, una domenica di marzo, lei se lo ritrova davanti. Eccoli, allora. Lui e lei, faccia a faccia, a guardarsi con un po’ di onestà.

– Tu, a me, non servi a un cazzo! – gli urla lei, d’un tratto.

– Servire, servire… Ma cosa dici? Io sono quello che tu sei, quello che tu hai fatto e del resto non mi curo – ribatte lui, punto sul vivo delle pagine. Lui è il curriculum di lei, un curriculum piuttosto permaloso, tra l’altro.

– Cazzate! – sbotta lei – Tu mi servi, zuccone, mi servi un sacco… Per quella cosa che si chiama la ricerca di un lavoro, sì sì, non fare quella faccia, ho detto proprio lavoro, sì, lo so che ti suona come un rutto, la parola lavoro, sì, anch’io ormai me la figuro come la scoreggia del mio cane, ma più breve eh, quella di solito rimane nell’aria così a lungo che io nel frattempo ho preso e perso tre lavori…

Illustrazione di FabFunki

Illustrazione di FabFunki

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Viaggiare informati (5) 6

Pensavo di nuovo alle mie trasferte, agli ultimi viaggi in treno.

A quella sera di stanchezza, quando volevo tornarmene a casa veloce. Bello eh, il corso propedeutico all’esame che mi potrebbe regalare un nuovo, luminoso, perfettamente inutile titolo… Bello sì, ma io, quella sera, avrei voluto essere già a casa e invece dovevo ancora attraversare un pezzetto di regione.

Entro in stazione di corsa, guardo il tabellone: il mio treno sta partendo. Salgo le scale correndo e arrivo al binario: il treno è ancora fermo, meno male. Alzo lo sguardo: dieci minuti di ritardo dice ora lo schermo. Ah. Ho il tempo di percorrere tutti i vagoni di questo treno a due piani, il treno delle sardine pendolari che stanno sedute pigiate pigiate, sopra e sotto. Trovo un posto nell’ultima carrozza, piano terra, accanto a due signore che stanno parlando a bassa voce di tagli aziendali. Tolgo la giacca e l’accartoccio in braccio, apro la borsa, tiro fuori un libro e drizzo le orecchie. Stanno annunciando qualcosa… Il treno partirà con un ritardo di dieci minuti o forse più, ma poiché manca il personale, forse non partirà. Vi consigliamo di prendere il treno che parte alle 18.25 dal binario 12. Le sardine pendolari, sedute pigiate pigiate, si guardano per un istante e poi si alzano. L’intero treno si alza. Insieme. E insieme cerca di scendere e avviarsi in un altro binario, verso lo stesso treno, già quasi pieno. In una grande stazione, poco dopo le diciotto, un intero treno, un altro binario… Non so se mi spiego.

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Viaggiare informati (4)

Pensavo ancora ai miei ultimi viaggi in treno.

A quella mattina piovigginante in cui, in un vagone semivuoto, ero immersa nella lettura dell’Uomo che parla ai cani e non badavo a niente, attentissima a non perdere neanche una parola del mio ultimo maestro spirituale, Cesar Millan. Mentre il dog trainer più famoso (e forse furbastro) del mondo mi stava porgendo la chiave per una relazione felice col mio cane (e magari con i cani degli altri, ché da grande voglio fare la dog sitter, ormai è certo), compare un ragazzetto.

– È libero? – mi fa, indicando il posto di fronte a me

– Certo che no, c’è l’omino fantasma che sta dormendo proprio lì, non vedi la bavetta? – avrei dovuto rispondergli, se non fosse che Cesar Millan esige da me un’energia calmo-assertiva e io ci tengo ad essere una brava discepola, sempre rilassata e nel pieno controllo della situazione.

Il ragazzetto mi fa qualche altra domanda sulla direzione del treno e le stazioni intermedie, dopo di che posso rituffarmi sui principi che sorreggono l’educazione di un cane (esercizio, disciplina e affetto, in quest’ordine).

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